Affascinante e perturbante. Ecco le parola chiave del lavoro di Alessia Iannetti, illustratrice carrarese trentenne cresciuta a pane e film horror. Disegna a matita e i suoi soggetti sono avvolti nel mistero, inquietanti e insieme innocenti nel loro oscuro romanticismo.
Disegna in bianco e nero, raramente arricchito da qualche colore forte. È attratta dai vampiri e le ragazze/bambine delle sue illustrazioni hanno i canini aguzzi e si muovono in ambienti fiabeschi, tra foglie, farfalle e uccellini.
Guardandole, si perde l’equilibrio. Il contrasto tra i volti eterei delle ragazze e il loro stato di creature della notte, turba e seduce insieme.
Recentemente i suoi disegni sono l’oggetto della mostra personale In the Footsteps of my Shadow alla galleria La Luz de Jesus di Los Angeles. Se abitate da quelle parti, l’esposizione chiude i battenti il primo novembre. Le abbiamo fatto qualche domanda in merito.
Com’è andata a Los Angeles?
Sono appena tornata. Matt Kennedy e Billy Shire, rispettivamente il direttore e il proprietario della galleria mi hanno contattata un anno fa, per propormi un solo show al fianco di altri tre artisti: Renee French, Zoe Lacchei e Aaron Bo Heimlich. È stato emozionante vedere il mio lavoro esposto nella patria del Pop Surrealism e nella storica galleria che negli anni ‘80 e ‘90 ha lanciato le carriere di artisti come Robert Williams e Mark Ryden. Il pubblico era entusiasta ed è stato bello incontrare tante persone che conoscevo da anni solo attraverso il web.
Una cosa che mi ha colpito dei tuoi disegni, la presenza di farfalle e colibrì. C’è un significato particolare?
Sono entrambi soggetti estremamente affascinanti da riprodurre attraverso il disegno e allo stesso tempo sono due simboli di buio e di luce. Le falene mi attraggono per la loro bellezza, per la loro vita breve e per la loro trasformazione all’interno della crisalide che vedo come una metafora delle varie mutazioni che il corpo e l’anima subiscono nel passaggio dall’infanzia all’età adulta. Sono esseri prevalentemente notturni ma sono attratti mortalmente dalla luce. Nella loro disperata ricerca della luce solare, che utilizzano per orientarsi, fanno una fine triste, perdendosi dietro a falsi bagliori. I colibrì sono per me tra le specie di volatili più belle esistenti in natura. Sono piccolissimi ma così aggressivi e pieni di forza. Le antiche civiltà americane li consideravano la reincarnazione dei guerrieri caduti in battaglia, la personificazione terrena del dio del sole o ancora, frammenti di arcobaleno. Il colibrì si ciba del nettare dei fiori o di piccoli ragni e il suo cuore, in proporzione, è sei volte più grande di quello dell’uomo.
A guardare i tuoi disegni, sembri un’anima tormentata…
Posso dire che l’arte è l’alimento psichico attraverso il quale sublimo i sentimenti negativi. L’ago e il filo che ricuce gli strappi della mia vita interiore.
Perché disegni a matita?
E’ stata una scelta istintiva che ho fatto da piccolissima e che ho mantenuto per il resto della vita. La matita è il medium più semplice ed essenziale con cui lavorare e il disegno a matita è una tecnica immediata che riesce a cogliere l’attimo in cui le idee e le visioni sorgono alla coscienza.
La domanda è d’obbligo: perché i vampiri?
Loro non invecchiano mai e possono prosciugare chiunque li infastidisca.
Difficile darle torto. Se volete vedere altri suoi lavori, andate sul sito ufficiale.