Il giardino nella cultura giapponese ha un significato ben diverso da quello che ha per noi in occidente.
Per noi il giardino non è nient’altro che un luogo piacevole, ricco di vegetazione e dove, tempo permettendo, possiamo trascorrere la nostra giornata e il nostro tempo libero.
Per i giapponesi il giardino è molto di più: un’oasi realizzata a imitazione della bellezza della natura, dove la semplicità, l’essenziale, l’ordine e la rarefazione la fanno da padroni. Un luogo speciale costruito dai padroni di casa per se stessi ma anche per i loro ospiti, dove è possibile contemplare quello che i giapponesi chiamano joushou, un paesaggio in grado di suscitare profonde emozioni interiori in chi lo guarda.
La storia del giardino giapponese
In Giappone l’arte dei giardini è molto antica. Le regole per la loro costruzione e la loro manutenzione risalgono a epoche remote per poi essere codificate all’interno di un testo scritto nel XI secolo, il Sakutei-ki, ovvero il primo vero e proprio manuale dedicato alla progettazione dei Giardini.
Molte di queste regole sono legate a dei principi religiosi (come ad esempio le religioni shintoiste o taoiste) che per esempio si possono ritrovare nel giardino zen.
Questo carattere spirituale è il primo elemento che ci permette di differenziare il giardino giapponese da quello occidentale. Potremmo dire, infatti, che l’arte dei giardini in Giappone da un lato è strettamente legata alla storia, alla cultura e alla religione del Giappone e di altre civiltà orientali come ad esempio la Cina; dall’altro lato è però molto legata anche alla natura, verso la quale i giapponesi nutrono un profondo amore e rispetto.
L’obiettivo finale è trovare una mediazione tra la natura e il senso artistico che si vuole creare.
Le caratteristiche del giardino giapponese
Come per tutte le forme d’arte, nelle varie epoche si sono succeduti diversi canoni e diversi ideali estetici che sono cambiati e si sono succeduti nel corso del tempo. Ognuno di questi canoni ha influenzato la progettazione e la realizzazione dei giardini determinando quello che sono diventati tutt’oggi.
Nonostante i continui cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli esistono delle caratteristiche fondamentali che accomunano ogni giardino giapponese.
1- Avere un tema
La prima caratteristica che deve avere un giardino giapponese è avere un tema (va bene anche se implicito), che deve essere sviluppato e seguito fino in fondo. L’importante è che sia legato e ispirato a sentimenti di tranquillità, calma e serenità.
Il Giardino deve diventare il luogo in cui riusciamo a raggiungere uno stato d’animo più spirituale ed elevato rispetto a quello indotto dai ritmi frenetici della modernità.
2- Rispetto e ospitalità
Altro aspetto fondamentale è il concetto di rispetto: rispetto verso la natura e verso le sue leggi, a cui si aggiunge il concetto di ospitalità. Il giardino non è costruito solo per noi che lo possediamo, ma anche per i nostri ospiti che devono poter provare anche loro delle emozioni quando vengono a trovarci.
3- Essere interessante tutto l’anno
Per essere definito tale un giardino giapponese deve intrattenere interesse durante tutto l’anno. A seconda delle tipologie può rimanere immutato oppure può variare seguendo il corso delle stagioni attraverso l’ingiallimento delle foglie, le fioriture ecc….
4- Dimenticare la simmetria
Gli elementi sono presenti in numero dispari con la predilezione per il 3, ovvero il numero perfetto. Bisogna poi evitare le linee rette e le forme geometriche regolari.
5- Equilibrio
Rinnegando la simmetria è però fondamentale mantenere l’equilibrio.
Non devono esserci elementi troppo grandi, troppo pesanti o troppo scuri oppure questi devono essere a loro volta controbilanciati da altri elementi più piccoli più leggeri o più chiari.
6- Ordine
Nel giardino giapponese ogni cosa deve essere al suo posto dove è necessaria e dove può servire.
7- Rumore
I rumori, come per esempio l’acqua che scorre o il vento che muove le foglie, sono elementi che per noi occidentali possono essere trascurabili, ma che per il giardino giapponese sono molto importanti.
8- La semplicità
Tutto deve essere improntato alla semplicità, almeno nell’apparenza.
Spesso questa ricerca di semplicità è portata così all’estremo che può sfociare nell’astrazione: gli elementi della natura non vengono riprodotti così come sono ma sono richiamati attraverso dei simboli. Un esempio è proprio il giardino zen, ovvero l’emblema di giardino perfetto (cosa che per noi occidentali sarebbe difficile da immaginare), privo di piante e costituito solo di pietre, che devono simboleggiare isole, montagne e animali, e sabbia, che invece rappresenta l’acqua.
9- Una cornice
I giapponesi amano poter ammirare i loro giardini attraverso una finestra, una porta o un pannello scorrevole che incornicia il paesaggio.
10- La scelta dei materiali
Anche la scelta dei materiali, tra cui pietre, canne e bambù, è estremamente importante, poiché anch’essi devono essere in perfetta armonia non solo tra di loro, ma anche con l’intero giardino, la casa e la natura che li circonda.
11- Elementi architettonici e d’arredo
Nei giardini giapponesi non possono mancare elementi architettonici o d’arredo come pietre, ponti, isole, ruscelli, specchi d’acqua e lanterne.
Spesso essi vengono sfruttati per riprodurre miniature di paesaggi tipici del Giappone.
All’interno di un giardino giapponese tutto deve essere selezionato accuratamente mantenendo sempre in considerazione il tema prescelto, il concetto di semplicità e tutte le caratteristiche fondamentali elencate appena sopra.
Le tipologie di giardini giapponesi
Non esiste un solo giardino giapponese, ma più tipologie, nate nel corso dei secoli, sopravvissute fino a oggi e ognuna con le sue inconfondibili caratteristiche.
TSUBONIWA – I giardini domestici interni
Sono giardini inseriti in piccole aree interne, ovvero aree limitate, che cercano però di riprodurre vasti spazi naturali.
L’importante quando si realizza un giardino di questo tipo è che non sia troppo pieno, ma che possieda alcuni elementi tipici del giardino giapponese, rispettando l’equilibrio e le proporzioni.
Questi giardini sono molto legati alle case, per questo devono poter essere osservati attraverso una porta o una finestra da cui si deve avere l’impressione che lo spazio sia molto più grande di quello che è effettivamente.
KAUSHIKI – I giardini Isola e i giardini da passeggio
Mentre i giardini isola risalgono al periodo Heian e all’epoca circondavano i palazzi sviluppandosi su piccole colline dai pendii molto dolci, i giardini da passeggio sono invece molto più recenti e risalgono all’epoca Edo.
I giardini isola possono avere dimensioni relativamente limitate, mentre il giardino da passeggio, come suggerisce il nome, necessità di spazi estremamente ampi. Man mano che ci si addentra all’interno di questa tipologia, il giardino può essere ammirato attraverso diversi punti di vista che direzionano lo sguardo verso riproduzioni in miniatura di paesaggi naturali tipici del Giappone. Il visitatore è guidato da piccoli sentieri che permettono di contemplare le varietà paesaggistiche mentre si attraversano ponti di legno, di pietra e si accostano elementi tipici del giardino giapponese come lanterne o vaschette.
SHAKKEI
Gli scenari di questa tipologia di giardini vengono presi in prestito dal paesaggio circostante, tra cui montagne, colline, boschi, mare, lago oppure altri elementi creati dall’uomo come ad esempio dei templi o dei palazzi. Questi elementi presi in prestito vengono catturati per farli apparire come parte integrante del giardino. Attraverso elementi particolari quali strutture, recinzioni oppure alberi, il visitatore viene condotto al miglior punto di vista possibile per osservare il paesaggio che diventa parte integrante del giardino.
CHANIWA – Il giardino da te
Il giardino da te nacque nel XVI secolo, ovvero quando la cerimonia del tè fu perfezionata nei minimi dettagli.
Si divide in due sezioni, un giardino esterno e uno interno, di solito separate da una siepe oppure da una recinzione.I due giardini sono collegati attraverso un sentiero di pietra che dal giardino esterno porta fino al giardino interno, uno spazio più piccolo e raccolto in cui si trova la stanza per la cerimonia del tè. Il sentiero non è altro che un simbolo: il suo compito è portare chi lo percorre dal mondo esterno a quello cerimoniale.
ZEN – Il giardino secco
All’interno di questa categoria rientrano tutti i giardini secchi che in giapponese sono chiamati Karesansui.
Le origini di questo giardino risalgono alla fine del sesto secolo, ovvero con l’avvento del buddismo Zen, ma prende anche molta ispirazione anche dalla Cina, ovvero dai dipinti a inchiostro. Lo stile è stato infine perfezionato nei templi e nei monasteri Zen con l’obiettivo finale di creare un supporto nella meditazione, nella contemplazione e nella preghiera dei monaci.
Il giardino zen non è nient’altro che una palestra dello spirito e dell’anima, attraverso cui la mente può dilatarsi e cogliere l’essenza Zen rinunciano a ogni decorazione per favorire meglio l’attività meditativa.
Questa tipologia di giardino si allontana dalla forma decorativa per avvicinarsi alla pura arte, intesa come un insieme di elementi primordiali come alberi acqua e roccia.