Ornella Rondinella è nata a Napoli nel 1993. Dopo essersi laureata in Design della Comunicazione al Politecnico e completato un master in Graphic Design a Bournemouth, UK, torna a vivere e lavorare a Milano. I suoi lavori ricreano mondi assurdi e inesistenti, nati dall’urgenza di esprimersi attraverso il mezzo analogico del collage.
La vedremo al MI AMI Festival come live visual mentre suonano le band al palco MI FAI.
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Partiamo da una breve presentazione: chi sei, quanti anni hai, da dove vieni?
Mi chiamo Ornella, ho 24 anni e sono nata a Napoli. Ho vissuto a Caserta fino a quando non ho deciso di trasferirmi a Milano per studiare. È stato un bel salto nel vuoto, soprattutto per aver scelto design della comunicazione, non è stato facile farlo capire a mia nonna.
Dove sei adesso?
Sono tornata a Milano dopo un anno in UK, dove studiavo graphic design, lì mi sono riavvicinata al collage e all’illustrazione. Ora lavoro in un’agenzia creativa come grafica e altre cose (faccio ancora fatica a spiegarlo a mia nonna), mi è capitato di fare collage per alcuni clienti, ma il più delle volte mi ci dedico come sfogo.
La prima cosa che hai disegnato e l’ultima?
Se parliamo di collage, ricordo di aver iniziato quando a scuola non mi piacevano le copertine dei quaderni quindi le ricoprivo totalmente ritagliando le riviste di moda di mia madre e quelle sull’astronomia di mio padre (uso ancora tantissimo foto di corpi celesti e astronauti!)
Hai dei rituali prima di metterti al lavoro e dopo aver finito?
Scelgo la musica, sposto il tavolo davanti la finestra e mi faccio un tè. Tutti modi per procrastinare il momento in cui dovrò farmi venire un’idea.
Qual è la tua tecnica preferita e perché?
Nel collage non c’è molta scelta: o ritagli o usi Photoshop. Personalmente preferisco l’analogico per motivi di resa, ma spesso cado nella comodità del digitale per molti altri motivi.
Qual è l’errore che un artista non dovrebbe mai commettere?
Limitarsi per paura di confrontarsi col risultato. Lo dico perché è l’errore che commetto più spesso io stessa.
Che rapporto hai con le tue opere? Le vendi senza problemi o fai fatica a staccarti?
Non ho mai venduto degli originali, ma quando i miei lavori vedono la luce del sole ne sono contenta, anche se magari li avevo concepiti per i miei occhi soltanto.
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