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Stefano Perego, in arte Ste_Peg è un fotografo innamorato dell’architettura e dell’avventura. Dopo dieci anni passati alla ricerca di edifici italiani abbandonati da fotografare, quest’anno ha girato in lungo e in largo il Giappone, viaggiando su treni, autobus, aerei, traghetti e consumando chilometri a piedi.
Sappiamo bene come il Giappone sia la terra dove tutto è possibile e dove si trovano le cose più folli e anche l’architettura non fa eccezione, mischiando tutto ciò che sembrerebbe in apparente contraddizione. Convivono così edifici in stile brutalista, metabolista e post-moderno, progettati tra gli anni ’60 e gli anni ’90, insieme alle mini abitazioni costruite nei primi anni 2000.
Un insieme di stili surreale, allucinante e molto affascinante, come testimoniano le foto di Stefano Perego.
Kagawa Prefectural Government Office (complesso di uffici).
Architetto: Kenzo Tange, 1958.
Takamatsu, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016.
Shizuoka Press and Broadcasting Center.
Architetto: Kenzo Tange, 1967.
Tokyo, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016
Natural Ellipse House (edificio residenziale).
Architetto: Masaki Endoh, Masahiro Ikeda, 2002.
Tokyo, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016.
Yoyogi National Gymnasium (arena sportiva).
Architetto: Kenzo Tange, 1964.
Tokyo, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016.
Aoyama Technical College (scuola).
Architetto: Makoto Sei Watanabe, 1990.
Tokyo, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016.
Saint Mary Cathedral (chiesa).
Architetto: Kenzo Tange, 1964.
Tokyo, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016.
K-Museum (museo).
Architetto: Makoto Sei Watanabe, 1996.
Tokyo, Giappone.
Foto: Ste_Peg, 2016.
Un esempio di ciò in cui ci possiamo imbattere girando il Giappone è la Face House a Kyoto, una costruzione residenziale che ricorda da vicino una faccia sorpresa che ti guarda con gli occhi sbarrati.
Face House (edificio residenziale). Architetto: Kazumasa Yamashita, 1974. Kyoto, Giappone.