La prima volta che l’architetto e fotografo Christopher Payne si è trovato in un manicomio abbandonato è stato un puro caso. Stava lavorando a due progetti di architettura a New York quando davanti a lui è improvvisamente apparsa l’enorme sagoma di un istituto psichiatrico di Long Island, il più grande al mondo. “Non era particolarmente vecchio, ma le dimensioni erano quelle di una piccola città. Non avevo mai visto niente di simile.” confessa il fotografo.
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Colpito dalla dimensione e dalle caratteristiche architettoniche non ha resistito alla tentazione di scavalcare la recinzione. “L’aspetto era fortemente istituzionale, tutte le strutture erano caratterizzate dallo stesso stile romanico. È stato davvero emozionante. C’erano strade, cortili enormi e marciapiedi. Aveva addirittura una stazione ferroviaria privata e un’uscita dall’autostrada all’interno. Poteva sembrare un campus universitario.”
Dopo aver lasciato quel luogo inquietante, nella mente di Payne hanno cominciato a sorgere infinite domande che l’hanno spinto a condurre una serie di ricerche sulla storia degli ospedali psichiatrici negli Stati Uniti. Ha così deciso di intraprendere il progetto fotografico Asylum viaggiando per sei anni in 33 Stati e fotografando più di 70 istituti abbandonati.
I primi manicomi negli USA furono costruiti alla fine del diciottesimo secolo, ma è a partire dal 1825 che le strutture cominciarono a diffondersi per tutto il Paese. A inizio Novecento, però, casi di abusi su pazienti portarono a un ripensamento di questi centri. Il lungo processo di deistituzionalizzazione inizia negli anni ’50 e continua in modo intenso per il ventennio successivo, spinto anche dall’introduzione degli psicofarmaci e dalle nuove leggi nel sistema sanitario. La chiusura degli ospedali psichiatrici ha ridato la libertà a tantissimi individui e allo stesso tempo ha lasciato tantissimi edifici vuoti in attesa di essere demoliti.
Le foto di Christopher Payne si concentrano sulle stanze più impattanti che ha incontrato durante le sue esplorazioni, al punto che tanti gli chiedono se ha percepito la presenza di fantasmi di storie passate. La risposta del fotografo è piuttosto inquietante, visto che afferma di aver percepito più volte una sorta di energia spirituale.
A fine progetto, Payne ha dichiarato che nelle sue intenzioni ci sarebbe quella di fermare il processo di demolizione di questi edifici: “Sono un architetto, so come potrebbero essere trasformati questi edifici. Mi rattrista vederli demoliti per vendere gli spazi ai costruttori privati. Potrebbero essere riutilizzati a scopo terapeutico e invece la gente pensa sempre a come ottenere il maggior profitto possibile.”
Per scoprire altri interessanti progetti di Christopher Payne, perdetevi tra i suoi bellissimi scatti sul sito ufficiale.
FONTE | ignant