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Due progetti fotografici raccontano come gli smartphone ci stanno succhiando l’anima

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Due serie fotografiche praticamente gemelle riprendono il tema della dipendenza  dai cellulari.  La prima è di un fotografo italiano, Max Cavallari e s’intitola Loneliness, la seconda del francese Antoine Geiger con SUR-FAKE.

Due città europee diverse, Milano e Parigi, con i loro abitanti, sempre più rapiti dai cellulari, dai tablet e dagli altri device tecnologici. Così tanto che la loro faccia viene risucchiata dagli schermi, che diventano tutt’uno con il loro proprietario.

L’idea ci piace perché ci ricorda i film di serie b, quelli di fantascienza in cui gli effetti speciali erano davvero poca cosa ma proprio per quello divertenti. Sì perché l’argomento non è certo la novità dell’anno, in molti hanno già creato servizi fotografici sul tema. Abbiamo già parlato ad esempio del fotografo che cancella gli smartphone dalle mani delle persone, di quello che al contrario cancella le persone e lascia le mani che armeggiano sullo smartphone e e di quello che ha messo gli smartphone giganti come barriere tra le vite delle persone.

 

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In questo caso però i risultati sono più interessanti delle pubblicità moraliste sul tema: l’idea che il cellulare diventi un essere diabolico che ti mangia la faccia ci piace, anche solo per la sua valenza estetica.

Il fenomeno dell’estraniazione di massa infatti in queste foto coinvolge masse di persone che sostano alla Stazione Centrale di Milano, sulla metropolitana oppure nelle strade parigine e addirittura dentro il Louvre, tra i capolavori dell’arte.

Sembra dunque che gli esseri umani siano diventati cyborg totalmente dipendenti dalla tecnologia. Per alcuni è una benedizione, per altri il demonio, noi ci limitiamo a mostrarvi queste foto.

 

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Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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