Carlo Cafferini ha 31 anni ed è un fotografo amante dell’architettura. Nel suo progetto Fantasy Motel ha indagato sulla possibilità di esprimere un concetto, un umore o un’idea attraverso la facciata di un motel galleggiante ad Amsterdam, scomposta e ricomposta a piacere, utilizzando i suoi elementi come se fossero dei pixel giganti con cui giocare.
Un trip visivo che attraverso le geometrie semplici e i colori basici riesce a trasmettere concetti più profondi. Per capirne di più lo abbiamo intervistato.
Guarda la gallery +19
Nelle tue composizioni, la fotografia diventa pixel e l’architettura scomponibile e ricomponibile a piacere. Cosa ti ha fatto scaturire questo processo?
Adoro le facciate e tutte le storie che possono celarsi dietro le finestre e le mura di un palazzo, storie che aspettano solo di essere raccontate. Al di là dell’apparenza (la facciata appunto) di pietra senza vita e senz’anima, penso che un edificio possa esprimere un sentimento, uno stato d’animo, un concetto, un’idea… l’architettura come entità vivente è un tema ricorrente nelle mie fotografie ed è anche il background del mio progetto ‘Fantasy Motel’. L’idea alla base del progetto è nata durante un recente viaggio ad Amsterdam, quando ho fotografato la facciata anonima di un motel galleggiante, costituito da moduli tutti uguali, stile container, e dai toni neutri. Questa facciata ben si prestava a fare da base al progetto, permettendomi di replicare a piacimento i moduli, e di giocare con diverse composizioni, magari con l’aggiunta di colori alle pareti o alle tende.
Il bianco e il nero riesco a interpretarli in senso zen, come gli opposti. Il rosso invece cosa significa?
Il rosso è per antonomasia il colore dei sentimenti e delle emozioni forti, dei concetti più “estremi”. Può essere utilizzato per indicare una sensazione di pericolo come nell’immagine intitolata “Target” (personalmente, dovessi essere ospite di questo motel immaginario, non mi sentirei troppo a mio agio nel modulo centrale dipinto di rosso!) oppure per trasmettere una sensazione di proibito, anche legato all’amore, alla passione, come nel caso di “Red curtain”. Paradossalmente la prima immagine che ho creato per questo progetto era un trionfo di colori, proprio per ovviare alla monotonia della facciata di partenza. Subito dopo però mi sono orientato verso le composizioni monocromatiche, perché l’utilizzo del solo bianco e nero meglio si prestava ad esprimere determinati concetti e a veicolarli in modo più immediato.
Come ti approcci a una nuova composizione? Hai prima tutta l’immagine in testa o ti lasci ispirare dal momento?
Relativamente al progetto ‘Fantasy Motel’, la maggior parte dei concetti rappresentati nelle facciate mi “ronzava” in testa già da un po’ di tempo, mancava solo la messa in pratica. Una volta cominciata la serie altre idee sono venute di conseguenza (e nuove idee si aggiungono di giorno in giorno) e si è venuto a delineare il progetto così come lo si può vedere oggi. Se invece ci riferiamo più genericamente al tipo di fotografia che prediligo, la fotografia di architettura, in primis contemporanea, quando esco per scattare qualche immagine ho già in mente quali saranno i soggetti su cui concentrarmi, o perlomeno quali sono le aree più interessanti sotto questo punto di vista…Nel caso per esempio di una nuova città da visitare, con pochi giorni a disposizione, la pianificazione è fondamentale, perché spesso gli edifici che mi piacerebbe fotografare sono in zone periferiche o lontane dai normali circuiti turistici, e anche raggiungerli può risultare tutt’altro che facile. Quando invece il tempo a disposizione è maggiore, mi piace vagare senza una meta particolare, lasciando che sia l’ispirazione del momento ad avere il sopravvento.
Si dice che nella reiterazione si arrivi al divino, eppure la tua di reiterazione non è mai uguale a se stessa. Qual è il fine ultimo della tua arte?
Spesso mi sono chiesto se fosse possibile veicolare messaggi di tipo sociale, ma anche messaggi meno “impegnati” e più leggeri, attraverso la fotografia di architettura o comunque attraverso un tipo di immagine che presenta elementi architettonici al suo interno. Questo progetto si può considerare come un tentativo in tal senso. Fantasticando, mi sono immaginato questa serie utilizzata per una campagna pubblicitaria, visto che le potenzialità del progetto sono pressoché infinite, come infiniti sono i concetti che si possono esprimere attraverso queste facciate.