Nel caso siate affascinati dalla cultura giapponese, avrete sicuramente visto spesso la figura del samurai in film, fumetti o libri. In origine era una guardia del palazzo imperiale, dopo il XII secolo un membro della casta militare, che era piuttosto privilegiata nella società feudale nipponica.
Pensate ai molti film sul tema: vi ricordate il ruolo della donna? Quasi sempre sottomessa all’uomo, quasi senza diritto di parola, geisha pronta a servire e nient’altro. Bene, ora dimenticate tutto ciò che sapete e guardate queste foto: sono le Onna Bugeisha, le donne guerriere che hanno preso ispirazione dall’Imperatrice Jungū dell’anno 200 d.C.
Le Onno Bugeisha hanno addirittura preceduto i loro colleghi samurai nell’apprendere l’arte del tanto Jutso in battaglia. Guardatele in queste rare foto del diciannovesimo secolo.
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L’etica delle Onna Bugeisha era intransigente come quella dei samurai e si evince anche in questi ritratti. Nella storia ci sono state famose arciere come Tomoe Gozen, famosa per la sua letale bellezza, o Nakano Takeko, che è vissuta nel 19° secolo. Quest’ultima, mentre stava conducendo una ribellione contro l’esercito imperiale giapponese è stata raggiunta da un colpo di fucile nel petto. Allora ha chiamato la sorella Yuko e le ha chiesto come ultima volontà che le fosse tagliata la testa e che venisse seppellita, per non farla raccogliere ai nemici come trofeo.
A differenza della katana, la spada tradizionale dei samurai, l’arma preferita dalle onna bugeisha era la naginata, un’asta versatile con una lama ricurva sulla cima. La sua lunghezza permetteva alle donne di poter uccidere i guerrieri maschi, di corporatura più forte di loro.
A pensarci bene, le uniche ragazze samurai che si vedono nella cultura pop giapponese, sono quelle del film d’animazione La principessa Mononoke di Hayao Miyazaki, che in mancanza dei loro uomini andati in guerra, imbracciano le armi e si mettono a lottare contro il nemico.