Collettivo Fx è un gruppo di street artist tra i più attivi in Italia. Creano tantissimo e continuamente su tutto il territorio. La loro peculiarità è l’ascolto, le orecchie sono costantemente indirizzate verso quello che succede nel mondo e rappresentano queste voci sui muri.
Il collettivo nasce nel 2010 a Reggio Emilia, ma non amano comparire sulle foto, lasciano parlare i loro muri e le storie che raccontano. Come quella volta che hanno girato l’Italia dipingendo sui muri “i matti del villaggio” o il viaggio che hanno appena intrapreso alla ricerca di storie da dipingere sui legami che le comunità hanno con la figura della Madonna.
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Breve presentazione: chi siete, quanti anni avete, da dove venite?
Veniamo dalla provincia della provincia italiana, abbiamo tra i trenta e quarant’anni, e da piccoli eravamo dei king a lego.
Dove siete adesso? Descrivete la stanza in cui vi trovate
A) Seduto su un letto in una stanzetta con una finestrella da cui si vedono i tetti di Palermo.
B) Non sono in una stanza, sono davanti a una rete metallica che rispondo a un messaggio WhatsApp: “Dove sei? Non sono diventato una zita gelosa, è per un’intervista!” e attendo il momento giusto per andare di là dalla rete.
C) Sono dietro alla stessa rete che aspetto quello che sta di là a smanettare con il telefonino anziché venire di qui.
La prima cosa che avete disegnato e l’ultima
La prima – come collettivo – una rivoluzionaria iraniana di nome Sakineh.
A) L’ultima oggi pomeriggio, una Deposizione di Cristo dove vengono abbandonati rifiuti su un lungomare. Loro non mi rispondono ai messaggi e presumo stiano producendo proprio ora, vi dirò cosa appena mi rispondono.
Avete dei rituali prima di mettervi al lavoro e dopo aver finito?
Più che dei rituali delle esigenze, dove mettere la macchina e se “traccio nero o traccio bianco”. Dopo, andarsene più in fretta possibile.
Qual è la vostra tecnica preferita e perché?
Asta, rullo e temperone. Costa poco, è rapida e si fanno superfici giganti.
Qual è l’errore che un artista non dovrebbe mai commettere?
Preoccuparsi di non fare errori.
A) Comunque mi hanno risposto ora alla domande sopra: l’ultimo disegno lo stanno facendo ora, e si tratta di un migrante senza documenti su treno diretto in Germania.
Che rapporto avete con le vostre opere? Le vendete senza problemi o fate fatica a staccarvi?
Lavoriamo su muro e non avendo muri di proprietà quello che facciamo non ci appartiene fin dall’inizio, il distacco è una questione che non ci poniamo.