Art
di Enrico Cassetta 27 Marzo 2017

Asta rullo e temperone: la street art e l’impegno del Collettivo FX

La loro peculiarità è l’ascolto, le orecchie sono costantemente indirizzate verso quello che succede nel mondo e rappresentano queste voci sui muri

Mamma Europa, Catania.  Mamma Europa, Catania.

 

Collettivo Fx è un gruppo di street artist tra i più attivi in Italia. Creano tantissimo e continuamente su tutto il territorio. La loro peculiarità è l’ascolto, le orecchie sono costantemente indirizzate verso quello che succede nel mondo e rappresentano queste voci sui muri.

Il collettivo nasce nel 2010 a Reggio Emilia, ma non amano comparire sulle foto, lasciano parlare i loro muri e le storie che raccontano. Come quella volta che hanno girato l’Italia dipingendo sui muri “i matti del villaggio” o il viaggio che hanno appena intrapreso alla ricerca di storie da dipingere sui legami che le comunità hanno con la figura della Madonna.

 

Breve presentazione: chi siete, quanti anni avete, da dove venite?
Veniamo dalla provincia della provincia italiana, abbiamo tra i trenta e quarant’anni, e da piccoli eravamo dei king a lego.

Dove siete adesso? Descrivete la stanza in cui vi trovate
A) Seduto su un letto in una stanzetta con una finestrella da cui si vedono i tetti di Palermo.
B) Non sono in una stanza, sono davanti a una rete metallica che rispondo a un messaggio WhatsApp: “Dove sei? Non sono diventato una zita gelosa, è per un’intervista!” e attendo il momento giusto per andare di là dalla rete.
C) Sono dietro alla stessa rete che aspetto quello che sta di là a smanettare con il telefonino anziché venire di qui.

La prima cosa che avete disegnato e l’ultima
La prima – come collettivo – una rivoluzionaria iraniana di nome Sakineh.
A) L’ultima oggi pomeriggio, una Deposizione di Cristo dove vengono abbandonati rifiuti su un lungomare. Loro non mi rispondono ai messaggi e presumo stiano producendo proprio ora, vi dirò cosa appena mi rispondono.

 

Immigrato al contrario, Rest-ART, Imola. Giuseppe “Cita” Mazzini, immigrato imolese di fine ottocento.  Immigrato al contrario, Rest-ART, Imola. Giuseppe “Cita” Mazzini, immigrato imolese di fine ottocento.

 

Avete dei rituali prima di mettervi al lavoro e dopo aver finito?
Più che dei rituali delle esigenze, dove mettere la macchina e se “traccio nero o traccio bianco”. Dopo, andarsene più in fretta possibile.

Qual è la vostra tecnica preferita e perché?
Asta, rullo e temperone. Costa poco, è rapida e si fanno superfici giganti.

Qual è l’errore che un artista non dovrebbe mai commettere?
Preoccuparsi di non fare errori.
A) Comunque mi hanno risposto ora alla domande sopra: l’ultimo disegno lo stanno facendo ora, e si tratta di un migrante senza documenti su treno diretto in Germania.

 

La Madonna delle due età della vita. Muro di Asilo che dà su Casa di Riposo, Fiorano Modenese. Il mondo sopra deciso dagli anziani, il mondo sotto dai bimbi.  La Madonna delle due età della vita. Muro di Asilo che dà su Casa di Riposo, Fiorano Modenese. Il mondo sopra deciso dagli anziani, il mondo sotto dai bimbi.

 

Che rapporto avete con le vostre opere? Le vendete senza problemi o fate fatica a staccarvi?
Lavoriamo su muro e non avendo muri di proprietà quello che facciamo non ci appartiene fin dall’inizio, il distacco è una questione che non ci poniamo.

COSA NE PENSI? (Sii gentile)

TENIAMOCI IN CONTATTO
>
Iscriviti alla newsletter, niente spam, solo cose buone
>
CORRELATI >