Art
di Marco Beltramelli 23 Luglio 2021

Classic Nudes: Pornhub vs Uffizi

Con un trailer in cui Cicciolina interpreta la venere di Botticelli, il più grande sito hard del mondo ha annunciato l’uscita della sua audioguida ai più celebri nudi della storia dell’arte. Suscitando non poche polemiche.

Al Prado di Madrid, le due versioni della Maja di Goya, quella Desnuda e quella Vestida, sono poste a neanche un metro di distanza, sulla stessa parete, per coglierne al meglio i dettagli e instaurare un interessante confronto stilistico. Di fronte alla prima, col rispetto che è sempre tipico di un museo, si accalca una folla di una decina di persone, davanti alla seconda, un’anziana signora con un cappello colorato. La scena mi colpì, la ricordo come fosse ieri, un aneddoto che credo non sia capitato solamente al sottoscritto, ma è ben esemplificativo della potenza erotica dell’arte. Quello del nudo, o sarebbe meglio dire del “nudo artistico”, è un tema ricorrente in molti ambiti dell’espressione, dalla pittura alla scultura sino alla fotografia e al cinema, in tempi più recenti, cui il porno è una diretta conseguenza. L’ultima trovata di Pornhub fa proprio leva sull’analogia tra questi mondi all’apparenza così distanti: “Perché il porno non potrebbe essere considerato arte, ma alcune opere d’arte possono essere considerate porno”.

Un’affermazione che sarebbe interessante analizzare anche come questione: alcune opere d’arte possono essere considerate porno? Chissà in fondo se i quadri, prima dell’invenzione della fotografia, non rivestissero il ruolo di veri e propri stimolatori della fantasia negli sfortunati gentiluomini del 1800 privi d’internet e Postalmarket. Pornhub è sbarcato nel mondo dell’arte con un’audioguida sui più celebri nudi della storia lanciata da un trailer in cui Ilona Staller, conosciuta ai più come Cicciolina, (s)veste i panni della Venere del Botticelli. “Alcuni dei migliori porno di tutti i tempi non sono su Pornhub, ma si possono trovare solo nei musei” recita il video lancio dell’iniziativa. Classic Nudes ha l’obiettivo di svelare i segreti delle più grandi gallerie del mondo, facendo appassionare le persone all’arte attraverso il suo lato più peccaminoso.

Seppur già dai tempi degli egizi si potesse parlare di veri e propri geroglifici pornografici, e diversi graffiti e mosaici dell’era pre-cristiana rappresentassero uomini e donne intenti a dilettarsi con rudimentali antenati dei sex toys, il nudo nel mondo dell’arte ha una storia complicata e controversa. Nelle statue greche sino alle più celebri espressioni del periodo umanista, il nudo era la rappresentazione di una bellezza eterea. I corpi scultorei dell’Uomo Vitruviano e del David di Donatello sono l’espressione tangibile di un ideale di perfezione cui l’essere umano doveva tendere per superare i propri limiti, ma a tutte queste opere mancava una sfumatura che è stata acquisita solamente col tempo, dopo secoli di moralizzazione cattolica. Il primo ad affrontare il tema adottando lo stile classico è stato Antonio Canova: nel bacio non ancora avvenuto tra Amore e Psiche s’intravede la prima timida rappresentazione plastica della “malizia”. Il nudo verrà definitivamente sdoganato dalle avanguardie, in primis dall’impressionismo che lo nobilita, come ogni altro aspetto della vita, nella sua leggerezza e nel suo valore più frivolo, estetico e quindi anche sporco ed erotico

L’audio guida sarà interpreta da Asa Akira, nota pornostar giapponese, che su Instagram rincara la dose con queste parole: “Lascia che ti aiuti a sorvolare tutti i dipinti noiosi come La Gioconda e andare direttamente agli aspetti più piccanti del Louvre, del Museo del Prado, del Musee d’Orsay o del MOMA”. Tra le opere trattate dalla serie del noto sito pornografico Le Bagnanti di Cezanne, le statue in marmo di Afrodite, la Venere di Urbino di Tiziano, a ogni opera è abbinata una clip interpretata da Mysweetapple, la versione hard dei Me contro Te, una coppia di amatori divenuti delle vere e proprio star sul sito a luci rosse. La mia puntata preferita per ora è L’origine del mondo (rappresentata davvero con estremo realismo): sono sicuro anche Courbet ne andrebbe fiero.

Ma, quanto pare, non tutti hanno apprezzato l’iniziativa, a partire da Eike Schmidt, storico dell’arte tedesco, che ha intentato una denuncia verso l’holding lussemburghese proprietaria di Pornhub in nome degli Uffizi. Mossa prontamente replicata dal Louvre e, probabilmente, nei prossimi giorni dagli altri vertici museali. Trovo curioso che rettore del museo fiorentino si sia posto a capo di questa rivolta dei galleristi vestendo i panni ostruzionistici dell’Accademia al Salon d’Automne verso i Fauves, un atteggiamento che riesco a spiegarmi solo con la paura. Paura di intentare per l’ennesima volta all’opera più rappresentativa dell’istituzione che regge, dopo aver “dissacrato” il capolavoro di Botticelli in una campagna social incredibile con protagonista Chiara Ferragni. E averne di conseguenza subito le (ingiustificate) critiche.  Sminuire il valore dadaista dell’iniziativa di Pornhub non permettendogli di utilizzare l’immagine della Nascita di Venere in un video con Cicciolina è come impedire a Duchamp di porre i baffi sulla sua Monnalisa.

Due Veneri di Urbino a confronto  Due Veneri di Urbino a confronto

Classic Nudes è un’operazione ben fatta, imbastita con rispetto, amore e perizia verso il mondo dell’arte, per quanti tratti un tema ancora discusso e amorale come quello del porno. Passano i secoli, cambiano le forme espressive ma il nudo rimane un tabù. Il sesso, gli orientamenti, la masturbazione e la pornografia rimangono tabù, un velo di Maya (desnuda o vestida) che nessuno vuole scoprire ma dal quale tutti siamo segretamente intrappolati. Dalla sponsorizzazione di una squadra di calcio femminile all’abbonamento premium a tutti gli abitanti delle zone rosse durante il lockdown, dalle campagne a favore del “sesso mestruale” a quelle contro l’inquinamento con una serie di video erotici, “The dirtiest porno ever”, girati nelle spiagge più sporche del pianeta, ogni iniziativa del più grande sito hard del mondo è destinata a far discutere. Asa Akira ha ammesso di aver imparato più francese in questa audio guida che in 5 anni di corsi privati. In fondo dovremmo festeggiare tutti se a qualcuno capiterà di scoprire l’Odalisca Bruna di Boucher anche solo per trastullarsi.

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