Quello che vedete fotografato qui sopra non è un palazzo iraniano o siriano, bensì il castello di Sammezzano che si trova a Reggello, in provincia di Firenze. È una costruzione eclettica in stile moresco, uno dei principali esempi di arte orientalista in Italia. È bellissimo da guardare anche solo in foto e sarebbe altrettanto bello poterlo visitare, ma il castello versa in stato d’abbandono da più di vent’anni e ormai è sottoposto ad asta giudiziaria. Peculiarità del castello: ci sono 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno, tutte splendidamente decorate.
Durante tutto questo tempo, solo un gruppo di volontari ha organizzato delle visite saltuarie al suo interno, con una frequenza di 3 o 4 l’anno. Pensate che queste visite guidate possono contenere un massimo di 800 persone per volta e in meno di un minuto i server vengono subissati da più di 10mila richieste da tutto il mondo, e questo dà la misura dell’attrattiva che potrebbe diventare se venisse mantenuto e gestito correttamente.
La prima asta c’è stata nell’ottobre del 2015, la base era 22 milioni di euro ed è andata deserta.
Guardate la galleria qui sotto per rendervi conto del patrimonio meraviglioso che abbiamo e che non sfruttiamo.
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Nel 2015 il regista Matteo Garrone ha usato gli splendidi interni del castello per girare Il racconto dei racconti, il suo fantasy d’autore. Meravigliose le scene in cui le sue decorazioni in rilievo spuntano dal bianco e fanno da cornice a Salma Hayek che mangia il cuore di un drago.
Com’è possibile che tale bellezza sia caduta in stato di abbandono? Pensate che le sue origini sono incerte eppure ogni teoria è affascinate, da quella che lo vorrebbe costruito nel IX secolo a quella che ospitò nelle sue stanze Carlo Magno. Di sicuro c’è che nel 1605 il cavaliere Ferdinando Odoardo Ximenes d’Aragona lo acquistò dal Granduca di Toscana Ferdinando I.
Fu lui a trasformarlo in una enorme villa con giardino annesso. Fu in seguito ristrutturato in stile moresco da Ferdinando Panciatichi, un vero appassionato d’arte araba che infatti si ispirò per l’esterno al Taj Mahal e per l’interno alla Alhambra di Granada. I lavori durarono 40 anni (dal 1853 al 1889), e tutto intorno al castello fece costruire un parco enorme, di 185 ettari, contenente 57 sequoie giganti.
Sul castello, come nella migliore delle leggende, grava anche una superstizione: la maledizione dei leoni piangenti. Col passare del tempo ladri e sciacalli si sono introdotti nell’edificio rubando il possibile, mobili, rosoni, statue e lampadari, ignari del fatto che tra quegli oggetti ci fosse uno dei leoni di pietra posti all’ingresso, fautori della maledizione. Chi l’avesse trafugato sarebbe morto della stessa morte orribile di Ferdinando d’Aragona: una paralisi progressiva. Indovinate come sono morti i due ladri, un negoziante e un collezionista umbri?
Per difendere il castello e il parco dalla vendita, che potrebbe distruggerlo o adibirlo a nuove mansioni al fine di ricavarne profitto, c’è una petizione da firmare su Change.org, con annesso hashtag #SaveSammezzano, diretta al Comune di Reggello, alla Regione Toscana e al Ministero dei Beni Culturali affinché intervengano coi loro poteri per garantire la destinazione museale al Castello e l’apertura al pubblico del suo parco. Per maggiori informazioni c’è anche il sito ufficiale di riferimento e il video appello di Patrizio Roversi e Syusy Blady.