Torniamo a scrivere di un progetto di Biancoshock – dopo i fantastici tombini arredati – questa volta per l’intervento che l’artista ha realizzato a Civitacampomarano, un paesino di 400 abitanti in provincia di Campobasso.
Lì il nostro ha dato vita e forma tangibile a qualcosa che ogni giorno utilizziamo, sì… ma solo sfiorando uno schermo e dei tasti.
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Il progetto si chiama Web 0.0 e, spiega Biancoshock “L’idea provocatoria è quella di dimostrare che queste funzioni virtuali, ritenute dalla stragrande maggioranza della popolazione come necessarie e fondamentali per la vita di tutti i giorni, esistano anche in un paese dove la connessione stenta ad arrivare: nasce così una sorta di internet “in the real life” capace di dimostrare che nelle tradizioni e nelle culture popolari questi strumenti, sotto altre vesti, sono sempre esistiti e hanno permesso a popoli e famiglie di avere interscambi culturali, incontrandosi al bar e vivendo le vie del paese“.
Per cui nelle strade di Civitacampomarano troviamo una cabina del telefono di WhatsApp, un Google sui tavoli di un bar, Twitter su una panchina con una simpatica signora anziana, Gmail giustamente su una casella delle lettere e ancora molto altro, Tinder compreso, con una coppia di ragazzi che si bacia appassionatamente nell’oscurità.