

Partiamo dall’assunto che gli architetti lavorano al servizio delle persone. Sembra un’ovvietà scriverlo, poi ti capita di vedere case talmente piccole che a stento ci si sta in piedi e ti chiedi con quali criteri le abbiano pensate.
Eccezioni a parte, chi sta lavorando ad un progetto non può prescindere dall’immaginarsi le persone che popoleranno quel palazzo o quel quartiere, al momento rappresentato solo sulla carta o sullo schermo di un computer. Sapere come se le immagina ci può dire più di quanto crediamo, perché quando un architetto popola di tante piccole figure i suoi progetti non lo fa solo per rappresentare meglio le proporzioni delle immagini, ma anche per dare un senso di umanità, come a voler ricordare che in quel posto, prima o poi, sarà abitato da qualcuno.
Tutti questi sono ragionamenti che hanno stuzzicato non poco l’artista di New York Noor Makkiya: ha iniziato una lunga ricerca per individuare come le grandi firme dell’architettura del presente e del passato disegnano le persone nei loro progetti. Perché oggi è ormai consuetudine fare dei copia incolla di figure standard, uno come Le Corbusier, invece, si preoccupava disegnarle di suo pugno uno ad uno.

Così è nata questa collezione di 21 disegni che Noor Makkiya ha messo insieme con l’intento di raccontare la sensibilità e le idee di molti degli architetti più importanti della storia – Renzo Piano, Norman Foster, Peter Cook e molti altri ancora – attraverso gli schizzi delle persone nei loro progetti.
“Se paragoniamo i disegni di architetti diversi, possiamo trovare differenze nella forma del corpo e dei gesti che stanno svolgendo le persone raffigurate” – ha commentato Noor Makkiya – “Spesso rappresentano la loro idea di uomo e la loro condizione psicologica”.
[via designboom.com]