E tre. È la terza volta che scriviamo di Andrea Ravo Mattoni, lo street artist che riesce a coniugare un’espressione artistica tutto sommato recente ai capolavori della storia dell’arte. Avevamo visto un suo Caravaggio sul pilastro di un cavalcavia a Varese, poi un altro Caravaggio nel parcheggio dell’aeroporto lombardo di Malpensa, oggi invece ci spostiamo a Olbia in Sardegna, dove Andrea ha riprodotto – sempre in un parcheggio aeroportuale – un’opera meno nota delle precedenti, ma altrettanto spettacolare e affascinante.
Si tratta de Il ritrovamento della Vera Croce, capolavoro realizzato alla fine del Cinquecento dal pittore noto come il Maestro di Ozieri, replicato da Andrea a bomboletta in quattro giorni lavoro sui muri.
Guarda la gallery Uno street artist ha riprodotto un capolavoro dell’arte sarda in un parcheggio di Olbia Uno street artist ha riprodotto un capolavoro dell’arte sarda in un parcheggio di Olbia Uno street artist ha riprodotto un capolavoro dell’arte sarda in un parcheggio di Olbia Uno street artist ha riprodotto un capolavoro dell’arte sarda in un parcheggio di Olbia+7
L’opera, ha spiegato Andrea Ravo Mattoni “Fa parte di un polittico in legno della chiesa Parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice a Benetutti, una piccola località vicino a Sassari. Il dipinto è stato in questa chiesa per centinaia di anni, catturando gli sguardi e la devozione degli abitanti generazione dopo generazione“.
Ma scopriamo qualcosa di più su Il ritrovamento della vera croce. Prima di tutto, dove si trova?
Spiega il Comune di Benetutti che è all’interno de “la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Elena Imperatrice, la cui costruzione risale, secondo i più antichi documenti, al 1618 (…) All’interno si conservano in buono stato quattro quadri riferiti al Maestro di Ozieri, unico pittore sardo del Cinquecento conosciuto anche in ambito nazionale ed estero, sicuramente appartenente alla scuola michelangiolesca. Le tele sono conosciute come “il retablo di Sant’Elena”, rappresentanti rispettivamente la crocifissione, il ritrovamento della vera croce, la prova della vera croce e Sant’Elena“.
Oggi ancora ignota, l’identità del Maestro di Ozieri da tempo affascina storici e studiosi: del resto, che ci faceva un artista di scuola michelangiolesca nel cuore della Sardegna del Cinquecento? A proposito si legge su La Nuova Sardegna che “L’incognita sulla sua vera identità rimane. Quello che ora risulta più chiaro è il suo orizzonte culturale, aperto ad un “Mediterraneo allargato” al Nord Europa, ben più ampio di quanto si possa immaginare per un pittore attivo nella periferia di un vasto impero, come era quello di Carlo V nella prima metà del Cinquecento“.
Forse il Maestro di Ozieri aveva scelto il Goceano – in sardo Sa Costèra, il nome della subregione in cui si trova Benetutti – per ritrovarsi, o cercare un po’ di pace, impossibile saperlo. Spiega infatti sempre la studiosa Maria Vittoria Spissu a La Nuova Sardegna che “Il Goceano era in effetti una periferia nella periferia, probabilmente una condizione esistenziale può aver spinto un pittore così cosmopolita a spingersi fin laggiù“. E a lasciarci capolavori eterni.