Da lontano sembra un disegno o, al più, un’incisione. Più ti avvicini e più sembri apprezzare le pennellate di pittura ad olio, ma la vera sorpresa è quando ti avvicini davvero: quelli che credevi grummi di colore sono in realtà… ami da pesca. Voi dite, non è possibile dai! Ma chi è il pazzo che ha pensato e realizzato tutto ciò? Trattasi di Yoan Capote, artista cubano classe 1977. Evidentemente con molto tempo a disposizione (e parecchia gente disposta a dargli una mano).
La critica racconta l’opera così “il processo di creazione ossessiva rafforzare il senso dell’opera, ispirata da questioni come l’isolamento, l’emigrazione, le fantasie e le ossessioni collettive, ecc.”.
Probabilmente alcuni numeri la raccontano anche meglio: 6 mesi di lavoro e l’aiuto di 30 assistenti, che in diverse sessioni hanno martellato qualcosa come 500.000 ami da pesca. Vi basta per darvi il senso dell’enormità (e della ripetitività ossessiva al limite dell’autismo) della tecnica, che è un ibrido potremmo dire a metà tra pittura e scultura.
Titolo dell’opera e dimensioni: “Isla”, 200 x 800 cm (anno di realizzazione 2010)