Ambiente
di Lucrezia Costantino 29 Settembre 2020

Un timer può impedire la prossima emergenza climatica?

Immaginatevi di fare una passeggiata da soli a Manhattan. C’è il sole e l’aria è fresca. E’ finita l’estate e l’autunno è alle porte. Nonostante il periodo storico, siete spensierati. Tutto è nella norma quando ad un certo punto il vostro sguardo guarda verso l’alto e notate che ci sono dei numeri su un grattacielo.

7 years, 98 days, 20:16:00

E’ un timer e i numeri riportati non rappresentano un classico conto alla rovescia ma quella che, si prospetta, sia la prossima emergenza climatica. Si chiama Climate Clock e gli ideatori sono gli artisti Gan Golan e Andrew Boyd. Se prima su quel grattacielo c’era un orologio che segnava l’orario della giornata, adesso viene misurato il tempo che manca alla prossima catastrofe naturale.

“The Earth has a deadline”

Sono queste le parole che hanno preceduto il timer lo scorso 19 settembre in occasione della Climate Week. Il timer sarà visibile fino al 27 settembre, termine della settimana del clima. Sono numeri importanti a cui bisogna dare peso. Gli ideatori tengono molto a questa iniziativa: infatti si è pensato di spostare questo timer da un’altra parte.

Come si può prevedere un’emergenza climatica?

Chiederselo è inevitabile. Dietro ci sono esperti che hanno studiato per anni le sorti dell’ecosistema e sembra proprio che la prossima emergenza climatica sia prevista tra sette anni e 98 giorni. Per l’occasione è stato creato un sito internet, climateclock.world, dove si può controllare in tempo reale il timer che ci porta alla prossima emergenza climatica. Il sito è aggiornato continuamente: nella home page ci sono dei video in cui viene spiegato il perché abbiamo bisogno di un orologio climatico e come possiamo, in qualche modo, nel nostro piccolo, dare una mano. C’è anche un simpatico tutorial su come creare un orologio climatico fai da te e cosa ci ha insegnato e ci insegna il Covid-19 sul cambiamento climatico. Nonostante questa pandemia abbia cambiato le sorti della popolazione in negativo, durante il lockdown l’aria era diversa e questa non era semplicemente una nostra sensazione ma è stato un dato di fatto: basti vedere le acque di Venezia, queste non erano così limpide da tempo.

Si può evitare una catastrofe naturale? Nì. Per far sì che ciò avvenga dobbiamo iniziare a guardare oltre il nostro naso. La situazione climatica non è delle migliori, nonostante molte società aeronautiche e automobilistiche si stiano impegnando nel creare mezzi a emissione zero. Un punto di partenza è stato definito durante l’accordo di Parigi arrivando alla conclusione che per evitare disagi ambientali, il mondo deve impedire che la temperatura globale superi le soglie di 1,5-2°C sopra le medie.

Visti i dati, viste le circostanze, un orologio può impedire disastri ambientali? Sì. Lo scopo è proprio questo: non è terrorismo psicologico e neanche Black Mirror. E’ la realtà. Ora sta a noi rimboccarci le maniche e cercare di evitare che il mondo arrivi ad uno stato peggiore. Non sottovalutiamo la cosa come abbiamo fatto durante gli inizi della pandemia. Vedete dove siamo arrivati.

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