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Come è cambiato il nostro pianeta? La risposta in 15 foto satellitari

Sulla destra, gli impianti della Topaz Solar Farm in California

 

Cosa stiamo facendo al nostro pianeta, la Terra? Un sacco di cose non proprio belle. E a raccontarlo sono le immagini satellitari della Nasa all’interno del progetto World of Change, che documenta i cambiamenti operati dall’uomo, ma non solo, anche mutamenti fisiologici del globo terracqueo. Ci sono soprattutto brutte notizie, ma anche qualcosa di cautamente positivo, come nel caso dell’ozono.

Ecco le immagini che raccontano la Terra vista dal satellite.

 

Il buco nell'ozono
Pozzi di sabbie bituminose in Alberta, Canada
Com'è cambiata Dubai, negli Emirati Arabi Uniti
L'urbanizzazione di Cancun, in Messico
Incendi nella savana in Nigeria
Com'è cambiato il fiume Colorado
Il Lago d'Aral prima e dopo
La natura si riprende l'Iraq
Chernobyl prima e dopo
La diga sul Paranà in Paraguay, e come ha cambiato l'idrografia locale
L'inquinamento negli Stati Uniti: le cose vanno leggermente meglio
Larsen B e il global warming
Il ritiro del ghiacciaio Columbia in Alaska
La regione di Rondonia, deforestata selvaggiamente a partire dagli anni '70 del secolo scorso

 

Qui sotto alcune delle più impressionanti

Deforestazione in Brasile

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La deforestazione della foresta amazzonica, tema caldissimo negli anni ottanta, sembra essere un’emergenza sparita dai nostri radar. L’immagine sopra ci mostra la progressiva deforestazione nello stato di Rondonia dal 1975 al 2009. Guardate in basso quanto misura un km sulla mappa per avere una vaga idea delle dimensioni.

 

Ritiro del ghiacciaio Columbia in Alaska

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Parliamo di global warming? Perché no. Per esempio con uno dei ghiacciai che a causa del riscaldamento globale si sono ritirati nella maniera più impressionante, il Columbia in Alaska. Nella foto a sinistra, com’era nel 1986, trent’anni fa. Nella foto a destra, com’era nel 2014. Si è ritirato di quasi venti km.

 

La scomparsa della piattaforma di ghiaccio Larsen B

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A proposito di riscaldamento globale: lì sopra vediamo la piattaforma di ghiaccio Larsen B, in Antartide. Si è fatta gli affari suoi per 12mila anni circa, poi negli ultimi dieci anni ha cominciato a sciogliersi. Nel 2002 si è staccato un “frammento” di Larsen. Era grande circa 2000 km2. Di conseguenza non stupiamoci dell’innalzamento del livello dei mari.

 

Chernobyl prima e dopo

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Il disastro nucleare di Chernobyl ha rappresentato una tragedia immane per milioni di persone, ma anche e soprattutto per chi viveva nelle immediate vicinanze del reattore. A distanza di trent’anni la natura ha ripreso possesso della zona, e se la passa tutto sommato bene. Chiosa in questo pezzo del Guardian: fa più danni l’uomo della radioattività.

 

Il Lago d’Aral non esiste praticamente più

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A sinistra il Lago d’Aral com’era 16 anni fa, a destra una visione ottimistica di come potrebbe essere oggi. Prosciugato negli anni ’60 per irrigare le terre della zona, un tempo era il quarto lago più grande del mondo. Adesso è un deserto arido, e non migliorerà con il passare del tempo.  La NASA offre un approfondimento sul tema.

 

Il buco nell’ozono

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Una delle rare – parziali – buone notizie a tema ambiente: si può fermare una catastrofe prima che sia troppo tardi, come nel caso del buco nell’ozono. Causato dal CFC – messo al bando nel 1987 – da allora a fasi alterne ha smesso di espandersi: forse si sta riparando, o forse no, ma le cose vanno sicuramente meglio di un tempo.

 

Gabriele Ferraresi

Lavoratore intellettuale salariato

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Gabriele Ferraresi
Tags: nasaterra

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