Ambiente
di Simone Stefanini 5 Giugno 2017

Una coppia ha salvato questa foresta indiana dalla distruzione e l’ha ripopolata con piante e animali

26 anni fa hanno istituito il proprio santuario naturale privato salvandolo dalla deforestazione. Oggi è rigoglioso e pieno di vita grazie a loro e agli animali che sono tornati nella foresta

Mentre Donald Trump vuole ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima e sul riscaldamento globale, preferiamo condividere con voi la storia di una coppia, Pamela Gale e Anil Malhorea, che nel 1991 hanno comprato un pezzo di foresta pluviale in India per salvarla dalla deforestazione.

La loro foresta privata è diventata il SAI Sanctuary, che copre 300 acri di natura incontaminata che contengono più di 200 specie di piante e animali in via d’estinzione, tra cui le tigri del Bengala e gli elefanti asiatici.

Un esempio di come l‘amore per l’ecologia e l’ecosistema del pianeta possa diventare ragione di vita. Quando la coppia è arrivata nel distretto Kodagu, in India, molte delle terre erano abbandonate. Si parla di campi di riso, caffè e cardamomo, che sarebbero potuti diventare molto redditizi per l’economia locale e che invece erano inutilizzabili a causa della deforestazione.

 

[tutte le foto via]

Quella parte dell’India ha subito nel corso degli anni un disboscamento selvaggio: nel 1970 la foresta copriva l’86% del territorio, oggi solo il 16%, causando tutti gli effetti disastrosi sul clima, sull’ambiente e sulle specie viventi che potete immaginare.

Pamela e Anil, anno dopo anno, sono riusciti a piantare di nuovo gli alberi e a ripopolare la foresta, che oggi appartiene simbolicamente a tutti gli animali che sono tornati a vivere e a riprodursi in quei luoghi grazie al loro lavoro e alla loro passione.

 

 grab via YouTube

 

“Quando camminiamo nel nostro santuario naturale, sentiamo dentro un’immensa gioia che non avevamo mai provato prima.”

Siamo felici anche noi, solo a guardare le foto e speriamo che questo gesto, simbolico e pratico, sia imitato da altre persone.

 

FONTE | Bored Panda

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