Tutti gli automobilisti che per anni si sono sentiti accusati di gravi problemi ambientali come il surriscaldamento globale o il buco nell’ozono, ora potranno esultare dicendo che, è in realtà, è tutta colpa delle scorregge delle mucche.
Messa così sembra un tantino esagerato, ma un po’ è vero. Uno studio rivela che in America le emissioni di metano rappresentano l’11% nel totale dei gas serra e il 20% di queste arriva proprio dai ruminanti, in particolare dalle loro flatulenze e dai loro escrementi. Per ridurre tali emissioni, un possibile rimedio sarebbe una dieta piena di aglio e cipolla, perché i due vegetali colpevoli di farci venire la fiatella, contengono dei particolari additivi che agiscono chimicamente sul loro stomaco e sulla loro produzione di puzzette, riducendola drasticamente.
Risolta così? No. Il problema è che se a una mucca dai da magliare le cipolle, poi ti fa il latte alla cipolla. Avrebbe le stesse proprietà nutritive del latte tradizionale ma anche un gusto pessimo e nessuno se lo comprerebbe. Immaginatevi a pucciare i biscotti nel latte alla cipolla. Non la migliore delle colazioni, diciamo.
Per questo sono stati finanziati diversi studi al fine capire quale sia il quantitativo di estratto di cipolla necessario per diminuire i gas senza avere brutte alterazioni di sapore. È emerso che 25 grammi al giorno potrebbero essere la giusta mediazione.
Può essere anche una buona scusa per lanciare un messaggio a quel vostro collega che continua a sganciare credendo che nessuno lo noti per davvero. Fategli trovare una cipolla sulla scrivania con l’indirizzo a questo articolo. È l’ambiente che ve lo chiede.