Cogliere segnali positivi in un momento storico del genere è difficile ma non impossibile: basta inclinare lo sguardo anche solo di 45 gradi, distogliendolo dall’ansia del grande dramma del coronavirus, per scorgere che qualcosa di positivo questo momento lo sta generando. Solidarietà e sfruttamento intelligente dei potenti mezzi di comunicazione in primis e, quindi, quella lista infinita di aperitivi via Skype con gli amici, l’allenamento di gruppo, le lezioni di yoga da seguire su YouTube, le feste virtuali stile TheSims organizzate da Facebook, concerti in streaming, tour di musei virtuali… Insomma, una vera e propria mobilitazione generale per inventarsi nuovi modi di vivere in tempi di quarantena. Tutto estremamente positivo.
C’è qualcos’altro di molto positivo portato dalla crisi-coronavirus: la diminuzione dell’inquinamento. Molti di noi l’avranno pensato sin da subito: “beh, se le scuole e le Università sono chiuse, se gli uffici lasciano lavorare i propri dipendenti da casa, se i bar, i locali, se tutto rimane chiuso, se l’attività produttiva viene ridotta, se c’è un perentorio stop agli spostamenti… allora, l’inquinamento nelle grandi città sarà ridotto in maniera drastica!”. Complimenti piccoli geni del male, you won! E i dati parlano chiaro.
Il blocco delle città dovuto al decreto del governo sull’emergenza coronavirus ha ridotto in maniera significativa l’inquinamento, prima in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, poi anche Roma. Vedremo nei prossimi giorni quali saranno i numeri per il resto d’Italia. Lo stesso fenomeno, come è noto, si è registrato in tutta la Cina già da qualche settimana, testimoniato dalle immagini satellitari della Nasa che mostrano un importante calo dei livelli di inquinamento ambientali nel paese, in seguito alle restrizioni imposte dalla quarantena.
Guardando all’Italia, invece, per le principali città della Pianura Padana si tratta del periodo più lungo senza smog dall’inizio dell’anno: “il livello giornaliero medio di PM10 rilevato martedì (ultimi dati disponibili) dalle centraline Arpa è rimasto decisamente basso pur essendo un giorno feriale. Lo stesso è successo per quanto riguarda i livelli di PM2.5, ozono, biossido di azoto e biossido di zolfo, gli altri agenti inquinanti più pericolosi” (La Stampa).
Sia in Lombardia che in Piemonte, dove i livelli di smog sono solitamente di molto superiori alla soglia limite fissata per legge (PM10 di 50 microgrammi al metrocubo), in seguito al blocco totale imposto dal decreto del governo, le città finalmente respirano.
A Milano non era mai successo, dall’inizio del 2020, che si registrasse un livello di PM10 così basso per oltre 10 giorni consecutivi: dal bollettino ufficiale diffuso dal Comune di Milano, che riporta i dati dell’Arpa Lombardia, si rileva che i livelli di PM10 sono rimasti sotto la soglia limite per la salute umana per 12 lunghi giorni, dal 27 febbraio al 9 marzo. Lo stesso vale per Torino, città in cui la situazione smog è sempre stata particolarmente critica, con più di 35 superamenti dei valori massimi nel corso del 2019 (Arpa Piemonte).
Considerando le condizioni di vento favorevoli e le piogge che hanno letteralmente “lavato” l’atmosfera favorendo la riduzione dell’inquinamento nel Nord Italia (e, realisticamente, nel resto del paese a partire da questa settimana) e, considerando il blocco ormai totale per tutte le città italiane in seguito al decreto del governo sull’emergenza coronavirus, possiamo allora momentaneamente dire “ciao” all’inquinamento dell’aria sopra le nostre teste. Peccato che non possiamo uscire e goderne, è vero, ma ci sono pur sempre il balcone, il giardino di casa e, comunque, le finestre.