Abbiamo intervistato Maurizio Carucci e Martina Panarese ideatori del Boscadrà Festival.
Dal 27 al 30 giugno torna il Boscadrà Festival in un’edizione che si rinnova e si estende nello spazio e nel tempo: 4 giorni divisi i 3 diverse e bellissime location. Giunto alla sua 11° edizione il Boscadrà è un festival ma è al tempo stesso un progetto di rigenerazione culturale e sociale di un’area marginale, che attraverso un’offerta culturale di qualità valorizza e fa conoscere oltre i confini locali una terra selvatica e autentica, dove favorire l’ascolto, l’apertura, il cambiamento. “Abbiamo il desiderio di accorciare le distanze tra l’Appennino e le città, di far incontrare il mondo urbano con quello selvatico. L’Appennino è lontano da tutto ma sempre vicino a qualche metropoli. È questa la sua forza”. Per saperne di più abbiamo raggiunto Maurizio Carucci e Martina Panarese, i due ideatori.
Boscadrà Festival: vi ricordate dov’eravate e cosa stavate facendo quando avete avuto l’idea “originaria”?
Era Marzo 2013 ed eravamo nei vicoli di Genova, stavamo parlando di cosa ci sarebbe piaciuto organizzare nel luogo che un anno prima avevamo comprato.
E della prima edizione che ricordo serbate?
Il ricordo più bello è stato vedere gli abitanti del nostro paese, tornare dopo tanti anni alle Cantine, la località in cui viviamo e che ospita il festival.
Se doveste descrivere Boscadrà Festival a qualcuna o qualcuno che non l’ha mai sentito nominare che cosa direste?
Beh, è difficile spiegare cosa succede al Boscadrà, però possiamo dirvi che forze terresti e forze celesti si incontrano generando scenari in grado di sovvertire le nostre abitudini in qualche caso pure le nostre convinzioni. Si tratta di una sorta di cerimonia pagana, campestre, liturgica.
Qual è la specificità più grande del “vostro” Festival?
L’integrazione, la concertazione con l’ambiente naturale circostante.
Ci potreste parlare della silhouette animalesca che campeggia sulla locandina dell’edizione di quest’anno? Che cosa simboleggia? Perché l’avete scelta?
L’illustrazione ritrae un lupo, che è da sempre simbolo della selvatichezza. Condizione che tanto ci affascina e da cui cerchiamo sempre di imparare. Lo abbiamo scelto per sottolineare la nostra devozione alla natura.
Ci raccontate un po’ il programma di quest’anno? Non è “solo” un festival di musica il vostro…
Boscadrà 2024 si sviluppa in quattro giorni dal 27 al 30 giugno e coinvolge la bassa, la media e l’alta Val Borbera, con eventi a Capanne di Cosola, a Borghetto di Borbera e a Albera Ligure, dove sorge Cascina Barbàn, il luogo dove il festival è nato nel 2013.Il programma propone dibattiti, spettacoli teatrali, colazioni, pranzi e cene contadini condivisi, passeggiate, spettacoli di poesia, concerti live, dj set, laboratori “del saper fare” per bambini e adulti. Il tutto in location naturali e rurali, valorizzando ciò che di bello in questo angolo di Piemonte
Se il Boscadrà fosse una canzone, che canzone sarebbe?
Fleet Floxes “Younger than yesterday”.
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