Per chi non avesse voglia di seguire le gare a causa del fuso orario orientale o per chi, più semplicemente, vuole farsi trovare preparato per darsi un tono dibattendo da esperto su sport che non ha mai seguito sotto l’ombrellone, un piccolo riassunto in punti delle Olimpiadi più strane dell’era moderna, dal debutto ufficiale dello skateboard alla prima storica medaglia conquistata da San Marino.
Politica e attivismo:
Se già in quest’articolo vi avevamo raccontato degli intrecci tra Europei e politica, figuratevi cosa può capitare in una manifestazione ancora più internazionale, che per sua natura include atleti di diverse discipline e nazionalità. I primi casi politici di queste Olimpiadi riguardano la situazione palestinese, il judoka algerino Fethi Nourine si è rifiutato di combattere contro un avversario israeliano, mossa prontamente replicata dal sudanese Mohamed Abdalrasool. Certo, gli sport da combattimento possono anche rivelarsi un vero e proprio regolamento di conti, come nel caso di Kimia Alizadeh, iraniana rifugiata che ha sconfitto un’altra atleta iraniana nel Taekwondo. Ma le tematiche trattate dagli atleti abbracciano diverse battaglie dell’attivismo. Le ammissioni del nuotatore britannico Tom Daley (che in realtà aveva già dichiarato la sua omosessualità in precedenza), in mondovisione dopo aver vinto una medaglia d’oro hanno assunto tutt’altra eco. La squadra tedesca di ginnastica artistica ha rinunciato ai body aderenti combattendo una campagna contro la sessualizzazione della disciplina, quella norvegese di beach handball ha fatto più o meno lo stesso rifiutandosi di indossare i bikini, infrangendo così le regole della federazione internazionale che ha sanzionato tutte le atlete. La nota cantante Pink si è già proposta per pagare le multe.
Valore della sconfitta, sapore della rivincita:
Alle Olimpiadi si può fare storia anche arrivando a fondo classifica, come nel caso di Federica Pellegrini qualificatasi alla quinta finale olimpica individuale. La divina è arrivata praticamente ultima nella sua batteria, ma un ultimo posto mai così dolce che l’ha consacrata come la più grande nuotatrice della storia. Parabola simile a quella di Simon Biles, monumento della ginnastica artistica, che ha preferito ritirarsi non giudicandosi all’altezza dopo un grave errore in una gara di qualificazione, perdendo la possibilità di infrangere l’ennesimo record ma ribadendo tutta la sua grandezza umana e sportiva. A Tokyo c’è stato spazio anche per grandi storie di rivincita, la più bella è quelle di Toni Kuka, allenatore della squadra kosovara di judo. Kuka negli anni 90 era il miglior atleta jugoslavo ma, a causa delle tensioni che già sussistevano tra le varie nazioni della penisola balcanica, non poté partecipare alle Olimpiadi di Barcellona da indiscusso favorito. Trent’anni dopo si ripresenta alla guida di una nazione minuscola con 5 atleti di cui 4 donne che sta dominando nella casa natale del judo.
Momenti Divertenti:
Andiamo con ordine a partire da Kristian Blummenfelt. L’atleta di triathlon norvegese ha percorso due terzi della gara che l’ha visto vincitore letteralmente in mutande. Dopo la prima frazione, quella dedicata al nuoto, la sua tutina bianca è diventata trasparente lasciando intravedere i sottostanti slip neri. Una scelta infelice, ma forse scaramantica, che ha suscitato l’ilarità del web. Al secondo posto l’esultanza di Dean Boxall, allenatore della nuotatrice tasmaniana Ariarne Titmus che, dopo la vittoria nei 400 stile libero, ha iniziato a esultare come Ultimate Warrior, wresler noto negli anni 80, senza che le guardie, vista la mole, riuscissero a placarlo. Ma il momento migliore delle Olimpiadi in questo senso non poteva che provenire dalle telecronache italiane, il caso della password di “Pippo, Pluto e Topolino” è un capolavoro: il telecronista, non pensando di essere in diretta, imbastisce un panegirico di alcuni minuti sulla scelta della password senza che la regia intervenga, una figuraccia colossale che è stata prontamente rimossa da ogni sito e che quindi non vi possiamo linkare. Speriamo davvero l’abbiate vista.
Calcio:
E per gli amanti del calcio? Se siete amanti del calcio sullo sdraio difficilmente parlerete delle partite olimpiche, sarete più interessati alle trattative di calcio mercato della vostra squadra del cuore, a scovare il miglior acquisto per il prossimo fantacalcio. E poi la nazionale olimpica è, per antonomasia, la nazionale sfigata. Le Olimpiadi cadono sempre nell’anno degli Europei e delle Coppa America, le grandi stelle, anche avessero meno di 23 anni, non parteciperebbero mai. Certamente ci sono i fuori quota, ma questa categoria nelle selezioni olimpiche viene scelta in base a pochi criteri: vecchi campioncini che non hanno mai avuto una grande storia con la maglia azzurra cui si vuole regalare una passerella, idoli imbolsiti dei Paesi ospitanti o underdog. Pierre Gignac è uno di questi, vero e proprio reietto della nazionale francese campione del mondo, il pirata transalpino è fuggito in Messico ed è tornato per guidare una banda di ragazzini, alla veneranda età di 36 anni, debutta alle Olimpiadi con una tripletta.