Nata nel 1994 da genitori italiani, Sara Rainoldi è un’artista di Buenos Aires che ha tra le proprie caratteristiche principali quella di dipingere usando come superficie le copertine di riviste di moda. Negli ultimi due anni molti dei più importanti magazine che si occupano d’arte l’hanno selezionata tra i nuovi nomi da tenere d’occhio. Per questo l’abbiamo contattata per farle qualche domanda.
Come è nata l’idea di usare le riviste come supporto?
Fin da quando ero piccola ho sempre tenuto da parte molte riviste, a un certo punto non sapevo più cosa farne e, soprattutto, dove metterle. Una notte mi sono svegliata di colpo con l’idea che avrei potuto dipingerci sopra.
Come le scegli?
Solitamente non c’è un soggetto o un motivo preciso per cui scelga una determinata copertina, quando trovo una foto che cattura la mia attenzione e che mi comunica qualcosa ci disegno sopra. Ti direi che non ho nemmeno delle modelle preferite, dipende tutto dal messaggio all’interno dell’immagine. Mi diverte l’idea che io possa mescolare l’arte di qualcun altro con la mia.
Facciamo un passo indietro, quando hai iniziato a dipingere?
Non saprei individuare il momento preciso della mia vita in cui ho iniziato, l’arte ha sempre fatto parte della mia vita dal momento che anche mio padre è un pittore. Mi ha sempre portato con lui ai musei e fatto vedere molti libri.
Se ve la state immaginando come una con la testa fra le nuvole vi sbagliate. Certo, apparentemente ha un approccio piuttosto naif: le chiedo qual è oggi il migliore social network per un’artista e mi risponde con un entusiasticamente Instagram, dove potete seguire il suo account. Diventa seria, invece, quando parla dell’esposizione che i media le hanno dedicato: la prendo per quella che è. Se lasciassi che questo tipo di attenzione avesse la meglio su di me sarei persa, sia come artista che come essere umano.