Il 18 settembre 1851 esce il primo numero del quotidiano fondato da Henry Jarvis Raymond e George Jones: il New York Times, il giornale più famoso del mondo.
164 anni dopo il primo numero, il New York Times occupa circa 1300 giornalisti, tra carta e web, tra cui quelli della app NYT Now, che ha una redazione dedicata e che monitora 24 ore su 24 il web, per condividere le notizie più interessanti, oppure l’Interactive News Team, composto da giornalisti-programmatori che inventano programmi per la redazione, fino ad arrivare al R&D Lab, il laboratorio di ricerca e sviluppo del NY Times situato al 28esimo piano del New York Times building, dove ogni tecnologia utile al giornale viene messa alla prova, dai droni ai programmi che monitorano terremoti. [fonte] Qui sotto, direttamente dal R&D Lab, Listening Table, un tavolo che ascolta e capisce le conversazioni che vengono fatte attorno a lui.
https://vimeo.com/121932791
Nel 2007 si parlò molto della nuova redazione del New York Times, ospitata nell’omonimo palazzo sulla Eight Avenue. Si tratta di un grattacielo di 52 piani, progettato dall’architetto italiano Renzo Piano. In precedenza, la sede del giornale era rimasta per circa un secolo sulla 43esima. Il cambio di casa venne presentato come la volontà del giornale di cambiare pelle per essere in grado di raccontare tutti i cambiamenti che un vecchio quotidiano cartaceo non è più in grado di recepire. Le foto scattate all’interno dei giganteschi open space della redazione sono uno spettacolo.
Nel 2010, l’anno della crisi dell’editoria e di Wikileaks, una telecamera ha ripreso il lavoro all’interno del New York Times per un documentario dal titolo Page One: Inside the New York Times. Dentro ci sono tutti i più famosi giornalisti della testata: Brian Stelter, Bill Keller e David Carr. Assolutamente da vedere.
https://vimeo.com/59700098
Tra i tanti modi con cui si può seguire quello che succede dentro il New York Times c’è anche Instagram: il giornale ha diversi account tematici e il nostro preferito è Travel, con foto splendide da ogni parte del mondo.
https://instagram.com/p/7VSEr7SZ_S/
Il NY Times è famoso anche per coinvolgere i migliori illustratori per i propri articoli, come in questo qui sotto di Ana Albero in un articolo del 2012 in difesa delle madri single. Ah, ci piace anche la sua linea editoriale.
I suoi report online sono concepiti come minisiti interattivi, che contengono le foto dei migliori fotografi internazionali. Quello qui sotto riguarda le disperate traversate dei migranti sui barconi nel Mediterraneo. Un articolo del 3 settembre scorso di Scott Anderson con foto di Paolo Pellegrin.
David Carr è stato uno dei giornalisti più importanti del NY Times ed è scomparso il 2 febbraio di quest’anno per un tumore, dopo aver lavorato persino nel giorno della sua morte. Sul programma del funerale, c’era scritta questa sua frase: “Sono in estasi nel mio modo oscuro e morboso e sottoscrivo una teoria del passato che permette al futuro di dispiegarsi: abbiamo fatto del nostro meglio.”