Capita che uno beva un po’ troppo. Capita anche che abbia amici stronzi, amanti della pittura, che di fronte al suo corpo esanime, vengano presi da un incredibile art attack e decidano di sfogarsi sul malcapitato. Egli, totalmente assente dalla vita, solitamente giace in un sonno anestetico profondissimo sul pavimento, oppure sul divano, sul letto o in una vasca. Di solito viene denudato ed esposto al pubblico ludibrio, al disprezzo e all’oltraggio del gruppo di amici (proprio amici) che decidono di fargli passare un’esperienza difficilmente ripetibile.
Armati di pennarelli, meglio se indelebili, iniziano a riempire il tapino con disegni osceni, body painting estremo e frasi vietate ai minori, in modo che quando, molte ore dopo, lo stolto avesse a risvegliarsi, si trovi non solo con l’hangover più pesante di tutti i tempi , ma debba anche farsi almeno 90 docce per tornare essere umano accettabile.
Durante il periodo che intercorre tra il coma ed il ripiglio, lo scemo si prodigherà in insulti fino a finire la voce, tentativi malfermi di rissa, autocompiacimento, depressione, il tutto corredato da un numero non inferiore alle 3 vomitate.
Gli amici intanto, da bravi reporter, filmeranno il tutto e scatteranno foto in HD che andranno prettamente sui social network, taggando l’imbecille, il quale nel semestre successivo sarà bollato come fattone, loser, mito, persona non grata, idolo o deficiente, a seconda del target al quale si rivolgeranno le testimonianze.
Nella galleria che state per vedere ci sono esempi incredibilmente abili di questo rito primitivo che va ad umiliare l’amico. Il tutto, preme specificare, volto a fin di bene, come monito per prenderla meno grossa.
FONTE | news.distractify.com