Society
di Stefano Yamato 23 Gennaio 2014

Facebook perderà 80% di utenti entro il 2017: i dati di una ricerca scientifica USA

Facebook è una malattia infettiva, ma l’umanità sta diventando immune ed entro il 2017 il social network sarà in gran parte deserto. Forse.

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Facebook è una malattia infettiva che si è diffusa nel mondo, ma l’umanità sta diventando immune ed entro il 2017 il social network sarà in gran parte deserto. E’ ciò che affermano i risultati di uno studio compiuto dai ricercatori della Princeton University negli Stati Uniti, resi noti dal Guardian.

I loro “presagi” di una crisi imminente del re dei Social Network si basano su un modello solitamente utilizzato per la curva di diffusione delle epidemie. Praticamente gli scienziati sostengono che, come la peste bubbonica, Facebook finirà per scomparire.

Lo scenario è apocalittico e forse il confronto tra epidemia e social network appare quantomeno azzardato, ma in realtà la ricerca sembra essere solida e la sua proiezione è di una perdita di circa l’80% degli utenti entro il 2017, un valore che avrebbe effetti devastanti su Facebook ed i suoi piani di business.

I due ricercatori John Cannarella e Joshua Spechler, appartenenti al dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale dell’università, hanno basato la loro previsione sul numero di volte che Facebook è digitato in Google come termine di ricerca . I grafici prodotti da Google Trends mostrano come Facebook abbia raggiunto il suo picco massimo di ricerche nel dicembre 2012, per poi cominciare lentamente ad affievolirsi .

“Le idee, come le malattie, hanno dimostrato di avere una diffusione contagiosa tra le persone per poi scomparire come le malattie. Le idee sono state spesso analizzate con successo attraverso  modelli epidemiologici” affermano gli autori in un documento intitolato “Epidemiological modelling of online social network dynamics” (Modellazione epidemiologica delle dinamiche online dei social network). I ricercatori sostengono la tesi che “le idee si diffondono attraverso il contatto comunicativo tra persone diverse che condividono idee le une con le altre. Coloro che le hanno diffuse perdono spesso interesse con l’idea e non la manifestano più , scatenando una reazione immunitaria a quella stessa idea”.

Facebook ha registrato quasi 1,2 miliardi di utenti attivi al mese di ottobre 2013 e non sembra cosi a rischio. Eppure Cannarella e Spechler hanno fondato i loro studi su complesse equazioni usate anche per mappare la diffusione e la regressione delle epidemie. Hanno persino utilizzato un campione di controllo per verificare i loro calcoli, scegliendo MYSPACE come cavia ideale (ha raggiunto 300 milioni di utenti nel 2007 e in tre anni e’ quasi scomparso per poi essere svenduto da Murdoch)

Il fatto che i ricercatori abbiano usato Google come uno dei parametri principali per i loro calcoli lascia aperto il campo a dubbi: ormai molta utenza di Facebook accede da mobile e quindi non passa più da Google, non è detto pertanto che il modello sia davvero corretto.

Intanto però sembrerebbe che il Chief Financial Officer di Facebook, David Ebersman, abbia ammesso che nel corso dei tre mesi precedenti: “abbiamo visto una diminuzione di utenti giornalieri, in particolare tra gli adolescenti più giovani“.

Difficile oggi pensare a Internet senza Facebook. Ma basta aspettare tre anni e staremo a vedere se i ricercatori americani avevano ragione…

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