Quella di Sigurður Hjartarson, prima di essere una brillante idea imprenditoriale, è una sorta di maledizione. Circa quarant’anni fa, una amico regalò per scherzo a questo insegnante islandese un pene di toro. Tante risate, se non fosse che, da quel momento e a ogni ricorrenza, tutti i suoi amici hanno iniziato a regalargli qualcosa di fallico. Il buon Sigurður Hjartarson si trovava a un bivio: o sfruttava questa collezione in modo creativo, oppure diventata un serial killer.
Per fortuna ha scelto la prima strada e, dopo aver ampliato la sua collezione, nel 1997 ha aperto il primo (e probabilmente unico) museo del pene: il Museo Fallologico Islandese. A quei tempi la collezione contava una sessantina di elementi, mentre oggi siamo arrivati a 272, rappresentativi di 92 specie animali. Con il passare degli anni, oltre ai peni animali, il curatore ha poi deciso di accumulare anche oggetti e soprammobili fallici, ingrandendo così la sua esposizione.
Direte: vabbè, ma chi va a visitare un museo del genere? Risposta: tanti, tantissimi. Il Museo Fallologico Islandese ha oltre diecimila visitatori all’anno.
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