Zoe Thorogood si misura con la serie Hack/Slash e con Ritorno a scuola fa centro. Con un sacco di sangue, violenza e introspezione psicologica.
Quando ho letto che Zoe Thorogood si sarebbe occupata di un capitolo della serie Hack/Slash da un lato ho pensato “ha perfettamente senso”, dall’altro sono rimasto stupito. Infatti la serie ideata da Tim Seeley ormai più di vent’anni fa presenta tutta una serie di elementi che legano bene con l’opera, e anche con il personaggio, di Thorogood. Protagoniste della serie, infatti, sono un gruppo di ragazze più o meno adolescenti alle prese con la neutralizzazione di cosiddetti “slasher”, ribaltando un po’ gli stereotipi dell’omonimo genere horror. Quindi diciamo che tutto l’immaginario dell’artista britannica è molto vicino alla serie, anche se, almeno fino a questo momento, non avevo mai avuto di vederla su un materiale, diciamo così, “non originale”, e quindi vi confesso che mi sono approcciato al volume con molta curiosità. Infatti, proprio per l’unicità del percorso artistico, ma anche un po’ biografico, di Thorogood non ero proprio certissimo che potesse maneggiare in modo ottimale qualcosa di non suo, di non ideato da lei. E invece mi sbagliava. Il volume, infatti, nella sua semplicità e immediatezza, è un piccolo “saggio di bravura” di un’artista che, nonostante la giovane età, ha ormai raggiunto una maturità artistica.
Ritorno a scuola è un prequel della vicenda principale di Cassie Hack, la protagonista della serie, che assieme al suo “partner in crime” dovrà, giustappunto districarsi tra i primi casi di “slasher” che la vedranno coinvolta insieme al gruppo di studentesse dell’Hunter Academy. La storia si sviluppa tramite due linee narrative che ho trovato molto interessanti da leggere: la prima è quella che vi ho appena raccontato, con una sorta di racconto “ad episodi”, o per meglio dire a puntate, in cui le studentesse prima si approcciano e poi sgominano lo “slasher della settimana”; tuttavia vi è poi una sotto-trama, che prende via via più piede, davvero molto inquietante e che fa emergere un sacco di dubbi nel lettore di turno. Ho proprio adorato il modo sapiente di Thorogood di inquadrare le studentesse dell’accademia che, al di là della “perfezione” tecnica con cui sono state tratteggiate (sono meravigliose da vedere, soprattutto quando sono in azione), ognuna di loro è ben caratterizzata, con tantissimi riferimenti alla cultura pop e geek disseminate lungo tutta la storia.
Nonostante l’apparente “leggerezza” del tono della vicenda raccontato, la sottotrama che ho citato poco fa riesce, con pochi ma intelligenti tocchi dell’artista britannica, di dimostrare tutto il talento di uno dei nomi emergenti del fumetto internazionale. Non è un caso che durante la scorsa edizione di Lucca Comics Thorogood sia stata affiancata sul palco ad Akane Torikai, proprio a significare quanto, specie negli ultimi anni, il fumetto stia trovando delle autrici sublimi, che arricchiscono e rendono ancora più speciale quest’arte. Le ragazze di Hack/Slash – Ritorno a scuola sono ora disperate, ora ingenuo, ora sensuali, ora buffe, sono caciarone e misteriose, sono complesse e sono innocenti, sono, insomma, ragazze “vere”. Questo fumetto di Bao, nella sua immediatezza e schiettezza, è una bellissima lettura che conferma il talento di, ormai, una grande autrice internazionale che anche senza l’elemento di “autofiction”, si direbbe in letteratura, dimostra tutta la sua bravura.