Dragon Quest III HD-2D Remake più che un remake è una remastered plus. E va benissimo così.
Leggendo in giro le varie recensioni e accoglienza da parte della critica, meno del pubblico, a Dragon Quest III HD-2D Remake mi è sorto un dubbio. Infatti dopo aver provato in lungo e in largo il titolo riproposto da Square in una versione, giustappunto, ammodernata in HD-2D penso che ci sia concentrati troppo sul termine remake e meno su tutto il resto. Infatti a mio avviso considerare questa operazione come una remastered plus sarebbe stato non solo più coerente dal punto di vista proprio tecnico, con rifacimento delle texture e di alcune meccaniche di gioco ma non una ricostruzione completa dell’intera impalcatura. Questo “remake”, infatti, è “semplicemente” la riproposizione quasi 1:1 dell’opera originale, ammodernata con lo stile grafico e estetico del 2D che abbiamo imparato a conoscere con Octopath Traveler (di cui avevo parlato qui).
Prendendo, quindi, per buoni questi presupposti, a mio avviso fondamentali per capire “il perché” di questa operazione, il gioco, che ho provato nella sua versione per XBox è un gioco che definire seminale per i jrpg della sua generazione è dire poco. Mi fa abbastanza sorridere leggere, ritorno alla critica videoludica, in tante recensioni il fatto che la storia sia piatta e che i protagonisti non ben sviluppati. Se queste critiche sono abbastanza centrate per un gioco del 2024, non lo sono per un gioco originariamente uscito nel 1988. Questo bias concettuale, corroborato certamente dalla titolazione di “remake”, fa sì che che pensare/ritenere questo titolo come un titolo al cento per cento contemporaneo è, per me, un po’ fuorviante. L’operazione in sé, invece, è ottima e per tale ragione il mio voto non si può discostare da un 8.7 molto solido, anche grazie al comparto sonoro che tra restaurazione e conservazione, è davvero di ottimo fattezza.
Il gioco presenta quasi tutte le “asperità” e soluzioni antiche, che solo in parte sono state ammodernate e questa è forse la reale pecca più grande. Qualche novità in più dal punto di vista dell’ottimizzazione per un giocatore contemporaneo avrebbe certamente giovato anche se, a dirla tutta, non ho mai avvertito particolare attenzione durante le ore di gioco. In un mercato certamente pieno di cose belle e cose brutte, il ritorno di Dragon Quest III è sicuramente una notizia bella bella. Chi sostiene che, vista l’importanza già citata del titolo, lo stesso avrebbe “meritato” un remake mi trova parzialmente d’accordo. Non è obbligatorio perseguire la strada del “progetto Final Fantasy VII Remake” (che comunque non è privo di cose che non funzionano ed è di lunghissima durata) e se sceglierete questo titolo non rimarrete delusi, ben sapendo che starete “mettendo le mani” su un gioco di quasi quarant’anni fa, con una spolverata di moderno ma non di più. Mi raccomando, l’avventura è bella ma non priva di pericoli, insomma.