Nella collana Astra di Star Comics, Awarè risalta per essere uno dei titoli più interessanti.
Ho seguito, diciamo così, lo sviluppo e la campagna di comunicazione di Awarè sin dai primissimi esordi su Instagram. Infatti il lavoro di di Alessandro Atzei,Lidia Bolognini e Manuele Morlacco mi aveva colpito innanzi tutto per il segno stilistico, che trovo semplicemente incantevole e poi per le basi di una storia che mi è parsa brillare per originalità. L’idea di un’isola, quindi di un posto tutto sommato isolato, dove gli abitanti (che ok, sono di base sono dei furry ma non è questo il punto) hanno perso la parola perché hanno, letteralmente, perso la bocca per parlare e quindi si trovano costretti a comunicare solamente attraverso device elettronici mi intrigava. E debbo dire che quando grazie a Star Comics ho avuto la possibilità di approcciarmi, direttamente, all’opera, non sono rimasto deluso. Awarè, che in fin dei conti è un webtoon, mi ha decisamente conquistato, grazie anche ad una sceneggiatura che regge e si tiene bene, con solo qualche piccola sbavatura su un finale che, se non affrettato non mi è parso così felice e centrato come la parte mediana.
Quella che è una storia di amore e amicizia tra tre persone, due ragazze e un ragazzo, viene condotta dagli autori del webtoon con sapienza ed eleganza, senza mai, quasi mai, andare ad attingere alle situazioni più facilone e scontate di questo tipo di “triangoli d’amore e d’amicizia”. L’atmosfera che qui si respira è sempre sospesa, tra una società che ormai ha introiettato in sé il fatto di avere perso, volontariamente, la bocca e qualche piccola, per quanto tenace, sacca di resistenza, nel nostro caso rappresentata dal protagonista Awarè. Anche grazie ad una stampa di ottimo livello, in volume le illustrazioni e lo stile di disegno di questo webtoon paiono trovare la loro piena realizzazione. Mi sono trovato a più riprese a soffermarmi sui volti, ma anche sugli outfit e sullo stile dei vestiti dei personaggi che sono veramente splendidi. Anzi, mi viene quasi da dire che la loro estrema bellezza e perfezione potrebbe risultare, in un certo senso, quasi “troppo” per un certo tipo di pubblico. Tuttavia penso che questa scelta sia stata compiuta non soltanto per amore dell’estetica ma anche per una ragione di chara a tutto tondo. Infatti i personaggi di questa storia, nonostante i traumi e le difficoltà subite, tutto sommato sono personaggi buoni e puri, ecco perché “sono tanto belli”. E poi, se l’occhio vuole la sua parte, qui vi innamorerete a ogni pagina.
Awarè, lo avrete capito, mi è molto piaciuto, e tutta la curiosità che ho avuto all’inizio di questo progetto editoriale, è diventata felicità nell’accorgermi di quanto buono fosse il volume che ho tra le mani. Per altro, vorrei sottolineare anche l’ottima qualità proprio dell’oggetto libro di Astra/Star Comics, che fa risaltare, benissimo, pure l’eccellente colorazione delle pagine. Io ve lo consiglio, ma forse non c’era neppure bisogno di dirlo.