Super Mario RPG è un sogno di fanciullesca bellezza ad occhi aperti.
Quando mi sono messo a giocare (mai verbo è più giusto da utilizzare qui) a Super Mario RPG mi è venuta in mente una delle, tante, capitali battute di 20 Century Boys: “Siamo gli adulti che speravamo di diventare… oppure i bambini che eravamo riderebbero di noi vedendoci adesso?“. Già perché quando si parla di Nintendo in generale e poi di Mario nello specifico, l’effetto nostalgia è sempre dietro l’angolo: troppo importante, troppo duratura, troppo marcata a fuoco la presenza della grande N e dei Super Mario nelle adolescenze di chi è nato tra gli ’80 e ’90 per trattare un titolo del genere in maniera “normale”. Eppure, e sta qui la cosa per me stupefacente, Super Mario RPG è un’operazione di remake che proprio nella sua normalità risulta eccezionale. Intanto, facciamo così, vi anticipo il voto finale: 8.6 perché è davvero bellissimo vedere un titolo così eccentrico e di nicchia tanto realizzato bene, con amore e precisione certosina.
L’idea di rendere un Super Mario un titolo di gioco di ruolo è una di quelle idee che solo negli anni Novanta potevano venire. Infatti un’epoca più sregolata rispetto a quella odierna, in cui sperimentare e osare era se non la regola quantomeno una costante, il titolo in questione va appunto in questa direzione. Tuttavia, nella sua natura “assoluta” di spin off della serie principale, questo gioco di ruolo “mariesco” è una vera e propria festa per gli occhi. Non solo Nintendo Switch viene utilizzato in modo sopraffina, spingendo il più possibile una “nonnina” come questa console, ma anche il comparto sonoro e estetico in generale è una meraviglia: Mario e i suoi compagni, che sono tanti e non semplicemente quelli classici, sono tutti quanti stupendi. Inoltre il sovvertimento della classica trama di Super Mario “Bowser rapisce Peach/ Mario la va a salvare”) viene qui sovvertita con l’introduzione di, forse, uno dei nemici più strambi e allucinogeni di tutti gli anni Novanta: non vi dico chi è (o cosa è) perché vi lascio la sorpresa, se non lo sapete ancora, di scoprilo con i vostri occhi.
Qui le prime impressioni di pelle ma poi, ovviamente, c’è il gioco, il gameplay che è, nella sua semplicità, anche in questo caso una festa. Il gioco di ruolo funziona perché è semplice e immediato, con anche una componente, diciamo così, action (à la Sea of Stars per intenderci) che permette, con il giusto tempismo, di raddoppiare o moltiplicare n volte i danni se si schiaccia al tempo giusto il tasto corrispondente. Questo permette, alternando mosse speciali a azioni base, di dare ritmo al combattimento, senza dimenticare il fatto che ogni creatura che avremo di fronte sarà contraddistinto da tutto un bouquet di mosse differenti e debolezze/punti di forza specifici. Intendiamoci: non dovrete imparare forze e debolezze a memoria stile Pokemon competitivo, visto che tutto è, comunque, immediato e semplice ma funziona, ed è forse questa la cosa più importante.
Un titolo, insomma, così di nicchia e eccentrico ritorna oggi e ci fa ancora una volta innamorare: la trovo una storia un po’ romantica per un gioco che, da qualsiasi punto lo si prenda, è un ottimo gioco anche per non fan di Mario, un rpg lineare ma che non sbaglia praticamente un colpo. E poi le animazioni quando si passa il livello, sono talmente adorabili che, quasi, da sole “valgono il prezzo del biglietto”. Insomma Super Mario RPG è, davvero, “gli adulti che volevamo diventare”.