Pikmin 4 è un’ode alla creatività e il videogioco dell’estate.
Giocare a Pikmin 4 ha quasi un valore terapeutico. So che, magari, questa frase può suonare un po’ troppo rutilante ma fidatevi quando vi dico che la nuova esclusiva di Nintendo Switch non solo è il videogioco dell’estate (mi pare assolutamente indubbio) e un titolo che si merita un 9.4 meritatissimo ma anche e soprattutto un’ode alla creatività, una poesia al genio creativo di Shigeru Miyamoto che, una volta di più ci conquista e ci dispiace.
Recuperando l’impianto ludico dei precedenti, ottimi, capitoli il quarto espande e esplode ogni meccanismo, con più pikmin, più occasioni di approcciare liberamente i livelli di gioco e più possibilità di interpretare i vari enigmi/ostacoli in modo del tutto personale. Con un’attitudine liberatoria alla Breath of the Wild o alla Tears of the Kingdom è come se Nintendo, in totale controtendenza con i grandi tripla delle generazioni precedenti, è come se riportasse la chiesa al centro del villaggio: ovvero in un gioco, prima di tutto, viene il gioco. Non è una tautologia questa, ma una chiara dichiarazione di game design.
In Pikmin 4, infatti, non si avrà mai la sensazione di non essere in un videogioco. Shigeru Miyamoto esattamente come nel “suo” Mario eleva all’ennesima potenza il gaming dando piene possibilità di approcciarlo come si vuole, sfidandoci di volta in volta a migliore i nostri personali record, finendo prima quel livello, raccogliendo a questo giro ancora più Pikmin oppure battendo il boss in un mondo differente. Ecco, se proprio bisogna trovare un, piccolo, difetto al titolo, al netto “di Nintendo Switch”, una console che ci ha “regalato” tantissime esperienze memorabili ma che ha fatto davvero il suo tempo, sono proprio le boss-fight. Se nel terzo episodio erano l’acme dell’esperienza, qui siamo un attimo sotto anche se sempre su ottimi livelli. Insomma, nell’attesa dei prossimi titoli, Nintendo “rischia” seriamente, dopo Tears of the Kingdom, di iscrivere un altro gioco nel podio dei migliori titoli dell’anno. Ecco perché se fossi in voi correrei a giocare a questa favola videoludica di stampo ecologista e dolcemente spaziale.