Roots è una storia di famiglia che riflette su chi eravamo e su ciò che siamo. Una specie di Heimat in Italia.
Roots di Bruna Martini, pubblicato in un’ottima edizione da Becco Giallo, è, innanzi tutto, una grande storia. Attraverso un processo di scrittura, se non proprio di “creazione della narrazione”, molto particolare, ovvero mescolante disegni, acquarelli e inserti di documenti veri e propri, Martini ci porta dentro il mondo, di oltre cento anni fa, di Gracco Cornelio Rondalli, un suo “antico avo”, emigrato in Argentina, come molti italiani prima e dopo di lui, che è una specie di “pecora nera” per l’agiata famiglia dei Randalli, veri e propri magnati del piccolo paese montano di Calolzio, oggi in provincia di Lecco. Quello che però, almeno all’apparenza, potrebbe sembrare una semplice indagine, giustappunto, delle proprie origini viaggia, costantemente in questo volume, su un doppio binario, anzi triplo: c’è la vicenda di Gracco, personale e intima, poi quella della stessa Bruna Martini che, sfondando la quarta parete, ci fornisce alcune informazioni sul suo percorso biografico (anche lei è un’emigrata, proprio come Gracco, solo che al posto dell’Argentina ha scelto il Regno Unito come Paese di destinazione) e infine quella più generale delle condizioni di vita (e di viaggio) degli emigranti italiani a cavallo tra Otto e, soprattutto, Novecento.
Roots, attraverso un tipo di scrittura preciso e puntuale, ma mai noioso o eccessivamente aneddotico, ci permette di ricostruire un quadro via via sempre più chiaro e netto di Gracco, un personaggio particolare, che nonostante la classe sociale agiata non nascose mai le sue simpatie verso i contadini e le persone più umili, sino a sfociare in una, più o meno, manifesta aderenza per il Socialismo che lo condusse a disertare la chiamata alle armi nel 1915, in occasione dell’entrata in guerra del Regno d’Italia. Bruna Martini, in un gioco di specchi, sovrappone il suo percorso biografico con quello dell’avo: emigrata lei, emigrato lui. Nonostante le differenze e di epoca e di geografia, oltre che, ovviamente, di Storia, proprio lontana da casa, dall’Italia e dal suo Paese, Martini riscopre il suo essere italiana, attraverso tutta una serie di abitudini e luoghi comuni che, all’estero, trovano un loro senso proprio. E allora, l’autrice, quasi presa da una specie di febbre di conoscenza, si mette alla ricerca delle tracce del suo antico avo: il padre non ha mai raccontato troppo della sua famiglia, per una insondabile ritrosia a condividere il proprio passato. Bruna Martini, però, non si perde d’animo e inizia, letteralmente, a “battere palmo a palmo” ogni possibile tipo di registro, archivio storico o biblioteca della zona.
Questa ricerca finisce per tracimare, diciamo così, sulle pagine di Roots con dei meravigliosi intarsi di, ad esempio, biglietti di piroscafi Genova-Marsiglia-Buenon Aires, trafiletti di giornali sino a certificati di nascita, morte o matrimonio. Insomma in questo libro si respira la vita, che pareva perduta, di un giovane italiano emigrato in Argentina che si mescola con quella di una giovane artista che, nonostante le differenze, finisce per condividere il “destino” con l’antico parente. Un’opera meravigliosa, scritta benissimo e disegnata con grazia, educativa e propedeutica alla conservazione, se non proprio sviluppo, di ciò che eravamo, siamo e, forse, saremo come italiani e come persone nel mondo. Una vera e propria Heimat all’italiana. Con, per di più, una commovente storia d’amore. Ma meglio non svelarvi troppo…ma quando arriverete alla “milanese” preparatevi ad emozionarvi!