Star Ocean: The Divine Force è vasto e stratificato. Square Enix punta sulla quantità per il nuovo ajrpg.
Una volta per Star Ocean: The Divine Force non vale la regola di “quality over quantity”. Già perché il nuovo ajrpg di casa Square Enix, sviluppato da tri-Ace e disponibile su tutte le piattaforme, ad esclusione di Nintendo Switch, è uno di quei titoli che più “pop” non potrebbero essere. Infatti siamo davanti a un gioco di ruolo action, di stampo dichiaratamente giapponese, che promette lunghe, anzi lunghissime sessioni di combattimento, un mondo vasto e gigantesco da esplorare (soprattutto nella sua variante “cosmica”) e, ultima ma non ultima caratteristica principale, una serie di protagonisti shonen-like che per un certo tipo di gamer sono come il cacio sui maccheroni.
Da assoluto amante del genere non posso non apprezzare un videogioco come questo, seppur ne riconosco gli evidenti limiti. Se, come potete vedere anche dal filmato iniziale in cgi, è lampante come non si stia parlando di una produzione con chissà quanto budget, Star Ocean: The Divine Force trova una sua ragione d’essere proprio nella sua medianità, nella sua capacità di inserire tutti gli stilemi e i cliché del genere di appartenenza e di puntare, tutto o quasi, sul numero, sulla quantità. Vi faccio un esempio così ci capiamo meglio. Il combat-system di questo titolo funziona e diverte, le “combo” sono facili e intuitive da imparare, financo da “masterare” e le animazioni, nella loro non fluidità, lasciano sempre lo spazio al giocatore di capire quale sia la mossa giusta contro chi e, soprattutto, di comprendere il posizionamento migliore sul campo di battaglio. In un combattimento come questo, di stampo action, tutto ciò è fondamentale. Ecco, benissimo. Come detto funziona ma non siamo certo davanti a un combat-ystem particolarmente rifinito: va tutto bene ma sarebbe potuto essere meglio. Per citare un titolo Tales of Arise fa tutto n volte meglio. Ma ToA è, in fondo, uno dei migliori ajrpg degli ultimi anni (se non proprio il migliore tout-court) quindi è chiaro che Star Ocean: The Divine Force non “punti” a questo.
Questo videogioco, che nella mia personale scala valoriale si assesta su un granitico 7.2, può essere perfettamente inteso, al tempo stesso, come un “entry-level” per chi ha voglia di esplorare questo sottogenere del gioco di ruolo e, in parallelo, anche per chi è esperto della categoria ma ha voglia, tempo, modo e occasione di cimentarsi con una nuova avventura. Perché l’avventura, pur nella sua semplicità e linearità di scrittura, è bella e ricca di avvenimenti interessanti, con tantissimi personaggi (e quindi membri del party con abilità uniche e stili di combattimento propri) e, infine, sostenuto da una colonna sonora niente male. Partendo dal presupposto che “tutti quanti” stiamo aspettando FFXVI, Star Ocean: The Divine Force potrebbe proprio rappresentare la scelta migliore nell’attesa, canticchiando “Sei grande, grande, grande, sei grande solamente tu” visto che le mappe e gli stage sono davvero…enormi! Inoltre è anche l’occasione per recuperare la nuova iterazione di uno storico franchise.