Il, convincente, remake di Diamante e Perla apparsi in origine per Nintendo DS è l’occasione giusta per riflettere su 25 anni di successi per il brand di Pokémon.
Non ci avevo riflettuto abbastanza, forse perché ero troppo interessato a provare con mano questi remake di Pokémon Diamante Lucente (ho optato per lui) e Pokémon Perla Splendente per comprendere come i due capitoli dedicati alle due forme cristalline (rispettivamente del carbonio e del calcio) potessero rappresentare la perfetta formula chimica del successo di un franchise, quello Pokémon giustappunto che, da 25 anni a questa parte, non solo è uno dei marchi di maggiore successo a livello mondiale ma è “il” marchio più di successo di tutti. E questi Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente rispondono alla domanda sul come mai: semplicemente perché la formula chimica di Pokémon è semplicemente perfetta. Si può migliorare, certo (e anche molto) ma oggigiorno è difficile che qualcuno riesca a scalfire la superficie di questa Perla o a rompere la struttura di questo Diamante.
Nonostante The Pokémon Company abbia avuto più di un inciampo in sede di comunicazione nel presentare questi remake dei due titoli principali dedicati alla quarta generazione (specialmente all’inizio, con quel trailer davvero troppo grezzo per parere vero) toccati con mano i due remake non mi sono solo presentati molto solidi dal punto di vista dell’operazione generale ma anche due prodotti videoludici eccellenti, con alcune punte di grande valore e alcune cose che non funzionavano nel 2006 e figuriamoci nel 2021. Nonostante la delusione per non la non implementazione dei contenuti esclusivi di Platino (il gioco successivo a Diamante e Perla), cosa però di cui si aveva la certezza già da mesi, Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente si dimostrano due giochi che vanno al di là della semplice operazione nostalgia per, almeno, due motivi fondamentali.
ILCA infatti, la software house che si è occupata di questi due remake, ha voluto seguire un filone che potremmo definire di espansione in orizzontale e non in verticale dei contenuti originali. Infatti l’azione di ILCA non si è concentrata su rendere la regione di Sinnoh contemporanea al mondo di Galar di Spada&Scudo (a proposito la nostra recensione di questi due titoli la trovate qui) ma ha voluto ampliare certi meccanismi di gameplay-loop per regalare ore e ore di gioco extra per tutte le appassionate e appassionati di mezzo mondo. Mi sto riferendo, in particolare, ai Grandi Sotterranei che vengono ripresi dai giochi base ma qui ampliati per fornire una grande esperienza di gioco.
Infatti, grazie alla possibilità non solo di catturare qui un buon numero di creature difficilmente conseguibili nel mondo di gioco (se non a costo di ore e ore di infruttuosa ricerca nell’erba alta) qui si potranno collezionare materiali rari e, addirittura, creare una vera e propria base segreta che le altre giocatrici e gli altri giocatori online potranno visitare. Questa base potrà essere “abbellita” dalle statue dei Pokémon che avremo trovato andando, letteralmente, a scavare nei tunnel dei Grandi Sotteranei: a seconda del genere e del tipo di creatura incontrata, e quindi della statua a essa corrispondente, si avranno determinati effetti. Per esempio, dopo aver trovato un buon numero di statue-drago nei Grandi Sotterranei, ho avuto la possibilità di aumentare, sensibilmente, il catch rate (ovvero la percentuale di incontrare questo o quel Pokémon) di questo, raro, genere.
Come avrete avuto modo di vedere per l’estetica si è scelto di optare per un’estetica chibi molto spinta, che ha reso ogni tipo di personaggio kawaii e cuccioloso. Su questa scelta nei siti specializzati e nei forum degli appassionati si è assistito a un forte dibattito, con “partigiani” della scelta di ILCA e altri che avrebbero preferito una scelta un po’ più matura (probabilmente per vedere Cynthia con fattezze ancora più conturbanti del solito!). A mio gusto l’estetica chibi non mi è affatto dispiaciuta ma quello che ho davvero adorato è l’effetto diorama dei fondali che con un effetto, molto forte, di sfocatura, hanno regalato una profondità mai vista prima in un titolo Pokémon per i fondali di gioco. Anzi questo mi ha permesso di fare una riflessione, al netto della pochezza, da questo punto di vista, di Spada&Scudo: perché dopo Sinnoh i mondi Pokémon si sono tutti spiaccicati su una linearità da “corridoio” così povera dal punto di vista concettuale e realizzativo? Un vero peccato che è ancora più evidente se avrete modo di provare Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente che, a oggi, hanno il miglior leve-design di tutta la serie Pokémon.
https://www.youtube.com/watch?v=JsadC493b3A
Altra menzione d’onore per le ost che, come avrete modo di ascoltare, sono state ri-arrangiate modificate quel tanto che basta per donargli nuova vita. Meno bene, invece, per il cronico problema del Pokémon a seguito dell’allenatrice o allenatore che interpreteremo: esattamente come avveniva in Spada&Scudo (e non, paradossalmente, in Pokemon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Evee!) numerose creature sono troppo lente per stare al nostro passo e alcuni modelli non convincono per davvero. Quello che invece impressiona, ancora una volta facendo il paragone con Spada&Scudo, è invece la grafica in senso lato: la pulizia dei pixel è davvero ottima e anche i riflessi delle creature convincenti.
Al netto quindi di pregi e difetti Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente si prendono, da parte mia, un bel votone in pagella per questa loro ottima formula chimica, una sorta di ideale 7.5 che può arrivare fino al 7.8 se il fattore nostalgia la fa da padrone. Ma attenzione: questi titoli sono validi, anzi validissimi anche per chi (se non soprattutto per chi) nel 2006 non ha vissuto l’avventura originaria.
https://www.youtube.com/watch?v=NWQqhhGoRn4
E quindi, dopo quanto letto, cosa sceglierete come starter iniziale? Io, ovviamente, ho scelto Piplup perché sono un ragazzo per bene e decisamente kawai.