Musica
di Dailybest 5 Giugno 2021

I migliori album della settimana

Una breve selezione delle migliori uscite italiane e internazionali degli ultimi sette giorni

Sottotono – Originali

Come ho scritto nell’intervista realizzata per Rockit, per un ragazzo della mia generazione, approcciarsi ai Sottono è un’arma a doppio taglio. Insomma, se tra 20 anni dovessero tornare I Cani -una band che per motivi anagrafici ho potuto seguire dagli albori fino al successo- il fermento che ne conseguirebbe sarebbe ben maggiore, i testi e i temi trattati da Nicolò Contessa, per ovvi motivi, mi toccano più da vicino. Se un ragazzo nato dagli anni 90 in poi dovesse guardare una partita storica come la finale dei mondiali del 70 tra Italia e Brasile senza conoscerne il risultato, probabilmente si divertirebbe, forse si emozionerebbe, ma inevitabilmente riconoscerebbe lo scarto con un calcio che non è il suo, non è quello dei giorni d’oggi. Con i brani dei Sottotono potrebbe accadere lo stesso, e i primi ad accorgersene sono stati proprio Fish e Tormento, ecco perché il “riarrangiamento” dei brani con nomi provenienti dalla nuova scena è un’operazione riuscita, perché ha dato a tanti giovani la possibilità di sentire come propria una canzone come Solo lei a quel che voglio 2021. O le altre sei cover e sei singoli inediti che costituiscano un album già destinato a diventare un classico moderno.

Marco Beltramelli

Mereba – Azeba

Che cosa rende un artista davvero contemporaneo? Beh, in fondo gli ingredienti devono essere pochi ma di assoluta qualità: una produzione che suoni tra il moderno e l’assolutamente futuristico e l’originalità di un artista riconoscibile in un panorama in crisi di argomenti come quello d’oggi. Ecco, questo è esattamente quanto ha fatto Mereba in Azeba, un ep clamoroso sia per la qualità dei suoni sia per quanto riguarda le liriche, mai banali e sempre sorprendenti, come My Moon, l’ultima traccia del lavoro, che ci ha fatto innamorare come se fossimo ancora in prima superiore.

Mattia Nesto

Black midi – Cavalcade

I fortunati che hanno potuto assistere all’esibizione notturna dei black midi all’ultima edizione con pubblico del Club To Club possono testimoniare che la band londinese è brava a torcere le budella al suo pubblico, tanto in studio quanto dal vivo, con una presenza scenica inquietante. Cavalcade, il loro secondo disco, estremizza quello che già in Schlagenheim non era troppo regolare. La batteria di Morgan Simpson, sempre più invasata dal demone del free jazz, guida le danze, impartisce i tempi – tutti rigorosamente dispari – e scandisce l’arrivo inaspettato dei fiati e gli interventi vocali di Geordie Greep. Biondino iconico, recita per tutta la durata del disco, per poi abbandonarsi al canto nella chiusura affidata a Ascending Forth, un musical epico di nove minuti, dove le liriche cervellotiche duettano con lo splendido arrangiamento orchestrale. I black midi sono fuori controllo, e ciò significa che la loro arte è sempre più cristallina.

Gabriele Vollaro

 

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