I giochi di ruolo giapponesi, che da qui in avanti chiameremo jrpg, per essere definiti tali, devono rispettate tre condizioni. Prima condizione, l’ambientazione in un mondo di gioco ispirato e coerente; seconda condizione, la scelta di personaggi che possano indirizzare le loro caratteristiche già dall’aspetto; infine, un sistema di combattimento/sviluppo del protagonista gradevole e profondo. Questi tre capisaldi del gaming nipponico vengono perfettamente mantenuti in Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy, che abbiamo provato in questi giorni grazie a Koch Media nella versione per Ps4 (il gioco è comunque disponibile in multipiattaforma, compreso un ottimo porting su Nitendo Switch).
Diretta continuazione del precedente Atelier Ryza 1: Ever darkness & the secret hideout, una delle più felici sorprese in tema jrpg di questa generazione, Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy è, per farla breve, una classica avventura da gioco di ruolo giapponese ambientata in un mondo magico e misterioso con un combat-system basato sul crafting alchemico, ovvero sulla combinazione di diversi elementi per avere bonus di attacco e difesa. Naturalmente il nostro consiglio preliminare è quello di recuperare il primo episodio, infatti in Atelier Ryza 2 andremo a incontrare i nostri vecchi compagni oltre che nuovi personaggi come l’enigmatico Fi.
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Il primo aspetto che balza all’occhio, anzi all’orecchio, di Atelier Ryza 2 sono le oste. Le musiche del secondo capitolo, pur riprendendo lo stile di Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideou compiono un upgrade totale con orchestrazioni più raffinate e ricche di strumenti.
Sul fronte del gameplay invece vi sono gioie e dolori. Se infatti si mantengono le caratteristiche principali del primo, cioè un combattimento a turno di impostazione canonica, praticamente ogni altro aspetto del gioco viene allargato. Ora sono possibili maggiori combo e interazioni fra i diversi elementi con la possibilità di creare build-up misti che permettono di essere veramente devastanti in battaglia. Ma tutto questo potenziale viene un po’ stemperato perchè non sempre i passaggi per migliorarsi vengono presentati chiaramente. Non sappiamo se lasciare al giocatore la possibilità di sbagliare inventando nuovi colpi con tentativi autonomi sia una precisa scelta stilistica oppure una pecca. Il fatto che nel capitolo precedente non fosse presente questa dinamica ci fa propendere verso un bilanciamento non ottimale.
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Un deciso, se non decisivo, passo in avanti invece lo si compie per quanto concerne la narrazione dei diversi personaggi del gioco. Nonostante uno spirito cartoonesco e leggero, Atelier Ryza 2 sa ritagliarsi momenti più introspettivi. Anche se il gioco non è localizzato in italiano, potete stare tranquilli, il gioco utilizza un inglese “normalizzato” che chiunque può comprendere senza troppe nozioni. Con una longevità di gioco che sfiora le 60 ore, immergersi nel mondo di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy è, quasi, una scelta obbligata per tutti gli amanti dei giochi di ruolo giapponesi! Buon viaggio