L‘Iva sugli assorbenti da anni è una tematica molto discussa in Italia. Per lo stato italiano gli assorbenti vengono classificati come beni di lusso, e non di prima necessità: l’Iva su questi è al 22% (la stessa degli elettrodomestici, dei computer e delle automobili). Non tutte le donne sono uguali e non hanno lo stesso flusso di ciclo mestruale: c’è chi ha un flusso debole che dura massimo cinque giorni e chi ne ha uno più abbondante che arriva a durare anche otto giorni. Questo significa che ogni donna in media spende circa 675 euro in assorbenti all’anno, senza aggiungere gli ulteriori prodotti per l’igiene intima e gli antidolorifici. Se si fa una stima dal primo ciclo mestruale fino alla menopausa, ogni donna spende circa 25 mila euro nel corso della vita.
Gruppi di femministe, politici e semplici persone da anni cercano di dare voce a un coro di persone che non vengono prese in considerazione poiché in Italia, questa tematica, non viene considerata di fondamentale importanza. Tra queste persone c’è qualcuno che ha preso in mano la situazione contro ogni statuto. Questo è Sandro Ceccarelli, sindaco di Guardistallo (PI), il quale ha annunciato su Facebook che il Comune pagherà l’imposta degli assorbenti acquistati nelle farmacie della città. Con questa iniziativa tutte le donne pagheranno gli assorbenti con il 22% in meno dal prezzo di base.
“Lanciamo la proposta con una punta di provocazione perché è vergognoso che su un bene di prima necessità, come gli assorbenti per il ciclo mestruale, venga pagata l’Iva al 22%.”
L’idea è in fase sperimentale. Partirà da novembre e durerà fino al prossimo gennaio. Con questa iniziativa, il primo cittadino invita tutti i comuni, le province e le regioni a muoversi in questa direzione poiché è assurdo che nel 2020 lo stato cerchi di trovare profitto da un bene di prima necessità.