Pensando alla mancanza d’acqua nelle zone più aride del pianeta, nel 2012 uno studio italiano, l’Architecture and Vision di Viterbo, ha cercato di trovare una soluzione che è diventata realtà nel 2015 in Etiopia attraverso il Warka Water, organizzazione no profit che cerca soluzioni innovative ai problemi permanenti dell’umanità.
Si chiama Warka Tower, dal nome dell’albero di fico gigante simbolo di fecondità e del luogo di aggregazione per le comunità etiopi, ed è l’albero che produce acqua intrappolando le gocce di rugiada e raccogliendo la pioggia, arrivando così a fornire circa dai 40 agli 80 lt di acqua potabile al giorno.
L’architetto titolare del progetto, Arturo Vittori, insieme ad Andreas Volger e alla sua squadra, ha creato da zero qualcosa di incredibile, utilizzando per di più, materiali naturali e facilmente reperibili come il bambù e la bioplastica.
Warka Tower sfrutta (grazie ai materiali che lo compongono) fenomeni naturali come la gravità, la condensazione e l’evaporazione e si basa sull’escursione termica tra giorno e notte, fenomeno molto accentuato in Africa.
Ovviamente la capacità di raccolta dell’acqua dipende strettamente dalle condizioni meteorologiche. Questo, insieme alla quantità di acqua prodotta, non sufficiente a dissetare un intero villaggio, hanno portato alla sua realizzazione solo in piccole comunità in cui l’albero riesce però ad alleviare almeno in parte i disagi maggiori: l’assenza totale di acqua crea problemi estremamente gravi a livello di salute, aiutando la diffusione di malattie che conducono alla morte.
Aspetti da considerare ed estremamente favorevoli alla sua attuazione sono poi il basso costo e la facilità di assemblaggio oltre che la possibilità di lasciare il progettato in mano agli abitanti del villaggio grazie alla facilità di gestione una volta costruito.
Il progetto è stato sviluppato grazie al sostegno del Centro italiano di Cultura di Addis Abeba e dalla EIABC (Ethiopian institute od Architecture, building Construction and City Development).
L’idea dell’albero della pioggia, nasce dall’osservazione della natura a cui gli architetti si sono ispirati: piante e insetti in grado di raccogliere e conservare l’acqua dall’aria per sopravvivere.
L’utilità e l’ingegnosità della struttura è qualcosa di straordinario che ha portato il Warka Tower a vincere svariati premi tra cui il Premio Nazionale Energy Globe e Il premio per il design nel 2019.
Come si può leggere dal sito del Warka Water, dal 2012, sono stati costruiti 12 diversi prototipi in scala reale dell’albero così da testare materiali e ambienti diversi.
Oltre alla Warka Tower, Warka Water ha sviluppato anche altri interessanti progetti legati sempre alla risoluzione di problemi sociali attraverso l’acqua come il Warka Garden, connesso alla torre e che può essere usato per la realizzazione di orti commestibili, o le Warka House, pensate per risolvere i problemi di igiene nelle case.
Warka Sanitation e Warka Solar sono poi altri progetti che vogliono andare a migliorare la vivibilità del luogo mantenendo però gli usi e le tradizioni tipiche dei posti in cui vengono costruiti.
Per quanto l’acqua venga considerata una risorsa rinnovabile, a oggi si sa che anch’essa è soggetta all’esauribilità e ciò la rende un bene ancora più prezioso. Molti sono i modi per non sprecarla e ognuno di noi ne è responsabile, ma riuscire a trovare dei sistemi che permettono di “crearla”, può di sicuro essere un’innovazione assoluta soprattutto per quei posti in cui anche solo una goccia è disponibile solo a chilometri di distanza.