Pamela Petrarolo, la cantante e ballerina conosciuta dalla Generazione X come uno dei volti più noti di Non è la Rai, torna dopo 20 anni con un disco intitolato A Metà, che omaggia il presente e il passato a partire dalla copertina, in cui campeggia un montaggio di due foto, una della Pamela di oggi e l’altra con l’inconfondibile frangetta anni ’90 dei tempi del programma di Boncompagni.
Programma chiacchierato e seguitissimo, con milioni di ammiratori in tutta Italia che conoscevano vita, morte e miracoli delle tante ragazze che li intrattenevano al ritorno da scuola, dal 1991 al 1995 su Canale 5. Una testimonianza dell’affetto ancora vivo per il programma è la pagina Facebook Non è la Rai TUBE, che oggi funge un po’ da memoria storica ad uso e consumo dei nostalgici e dei nativi digitali.
Ormai è chiaro che gli anni ’90 stiano prepotentemente ritornando in auge anche per i ragazzi di 18/20 anni, che in quegli anni non erano neanche nati e non li hanno vissuti direttamente. Proviamo a capire un po’ di più questo fenomeno di retromania da una delle protagoniste di quell’epoca.
Ciao Pamela, ti avevamo perso un po’ di vista da Non è la Rai, cosa hai fatto durante questa pausa dalle scene?
Ciao a voi! In realtà non ho mai smesso di esibirmi e lavorare in televisione, ma il marchio di Non è la Rai è tuttora così forte che prevale sulle esperienze successive che ho avuto nel campo dello spettacolo. Ho partecipato come ospite ed opinionista a diverse trasmissioni di Barbara D’Urso, da Pomeriggio 5 a Domenica Live, in un’edizione anche come soubrette esibendomi in numeri di danza e canto tipici del varietà televisivo da cui arrivo. Mi sono divertita un sacco a riproporre i miei balletti su Into The Groove di Madonna, i successi di Raffaella Carrà, Cicale di uno dei miei miti Heather Parisi, e tanti altri balletti iconici. E prima di queste esperienze, sempre per Barbara D’Urso ho preso parte al reality La fattoria.
Perché questo è il momento adatto per tornare alla discografia?
Non c’è stato un vero e proprio tempo adatto a tornare alla discografia se non nel momento esatto in cui il piacere di esibirmi è diventato una forte urgenza di farlo attraverso il canto, il mio primo e assoluto amore artistico. L’ho fatto ora dopo tanto tempo perché per questo nuovo debutto discografico volevo essere convinta di avere con me una squadra di musicisti e operatori del settore musicale che comprendessero completamente le mie peculiarità di interprete. E così è stato. Questo album mi è stato cucito addosso alla perfezione, sono molto soddisfatta.
Tornando indietro nel tempo, qual è il tuo ricordo più bello legato a Non è la Rai?
Dal primo all’ultimo giorno, direi. Ma se vogliamo raccontare degli aneddoti, sicuramente le prime esperienze che mi vengono in mente da raccontare legate a quel periodo sono soprattutto due. La prima è la scoperta, con mio grande stupore, di avere delle doti canore: stavo ripassando in sala prove un balletto in cui venivo doppiata da una delle vocalist e coriste che, per esigenze televisive, prestavano la voce alle esibizioni della maggior parte di noi ragazze, quando Boncompagni mi sentì intonare, tra un passo e l’altro, alcune righe di Respect di Aretha Franklin, e subito m’interruppe: “Tu hai una voce black, tu devi cantare con la tua voce!”. Mi catapultò in studio di registrazione a incidere il brano e così, buona la prima, venne alla luce la mia prima canzone! Poi non posso proprio dimenticare quando Giorgia, ospite in trasmissione, mi coinvolse in un duetto improvvisato sul successo soul Hold on, I’m comin’. Fu la mia prima esibizione televisiva dal vivo! Per questo motivo ho deciso di includere entrambi i brani nel mio album A metà appena uscito, con la collaborazione del chitarrista Stefano Acqua su Respect e della vocalist Stefania Del Prete in duetto con me su Hold on, I’m comin’, entrambi musicisti che lavoravano per noi Ragazze a Non è la Rai. Due talenti veri.
Il ricordo più brutto, invece?
Forse quando la produzione su volontà di Boncompagni decise di chiudere il programma dopo un successo tanto clamoroso ottenuto per ben quattro edizioni. Con grande stupore mio e delle mie colleghe. Ma, a distanza di anni, comprendo questa decisione. Diversamente non sarebbe diventato un programma cult capace di restare nella storia della televisione italiana a oltre 25 anni dal debutto sui teleschermi. Gianni non ne ha mai sbagliata una, nemmeno in questo caso.
Ai tempi si parlava di un’accesa rivalità con Ambra. C’era davvero?
Me lo chiedono sempre tutti e posso rispondere con certezza di no! Eravamo colleghe e non rivali. Avevamo spazi e ruoli diversi. Lei era la conduttrice e il personaggio televisivo di rottura, io ero la cantante, ballerina, coreografa, e a volte anche imitatrice: come poteva esserci rivalità?
Perché secondo te oggi non solo i 30/40enni ma anche i giovani sono nostalgici di epoche che non hanno neanche vissuto?
Perché grazie a YouTube anche i giovani hanno la possibilità di rivivere, perlomeno virtualmente, epoche lontane da loro e apprezzarne il valore pur non avendolo toccato con mano.
E secondo te, cosa dovrebbe tornare degli anni ’90?
Gli Anni ’90 sono i nuovi Anni ’70/’80. Nelle discoteche le serate a tema revival che prima ospitavano gli artisti Disco Music, per esempio, stanno coinvolgendo ogni giorno di più gli artisti Pop e Dance dei Novanta. Ogni decade ha la sua magia, e gli Anni ’90 hanno la loro.
Oggi sarebbe possibile uno show come Non è la Rai?
Onestamente credo di no. Anche se sarebbe interessante capirne l’impatto sulla generazione attuale. Sarebbe curioso come esperimento televisivo! Che dite?
Pamela Petrarolo – A metà
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