A Capannori in provincia di Lucca, e più precisamente nella frazione di Gragnano, all’interno del parco di Villa Carrara, si erge una maestosa quercia che ha più di 600 anni e che, secondo la leggenda, è stata il punto di riferimento delle streghe della zona per i riti sabbatici e l’ispirazione per Collodi nello scrivere alcuni passggi di “Le avventure di Pinocchio, storia di un burattino”
L’albero misura 15 metri di altezza, 4 di circonferenza e vanta una chioma di 40 metri di diametro ed ha avuto non pochi riconoscimenti ufficiali: è stato dichiarato albero monumentale d’Italia e date le sue dimensioni figura sulle mappe della NATO. Il fascino di questa quercia non risiede però certo nella sua istituzionalizzazione nè tantomeno nelle sue impressionanti dimensioni, ma nella forma dei suoi rami e nella disposizione della sua foltissima chioma che sembra essere collegata alla prima delle leggende di cui è protagonista l’albero e che gli ha fatto guadagnare il nome di: “Quercia dell streghe“.
Il mestoso albero infatti appartiene alla specie delle farnie i cui rami usualmente si estendono in verticale, le fronde della “Quercia delle streghe” si estendono invece paralleli al terreno pare proprio a causa dei riti sabbatici di cui è stato protagonista in passato.
Questa però non è l’unica leggenda collegata a questo meraviglioso albero: pare che Carlo Collodi, all’inizio del secolo scorso, passasse le sue giornate all’ombra della chioma stregata mentre era intento a scrivere ” Le avventure di Pinocchio, storia di un burattino” e addirittura sembra che il quindicesimo capitolo del libro, in cui il burattino viene impiccato ad una grande quercia dagli assassini che lo vogliono derubare, sia ispirato proprio a quel luogo, ma ancora ncora di più, a quel preciso albero che infatti può vantare tra i suoi nomi d’arte anche quello di “Quercia di Pinocchio“.
Storie macabre e meno macabre dunque (come sappiamo Pinocchio, nel capitolo successivo al XV, viene salvato dalla bella bambina dai capelli turchini), tutte all’ombra di una vera e propria forza della natura, che può fornire non solo riparo ma anche illuminazioni geniali come quella del maestro Collodi.