Il fascismo oggi è tornato a fare parte della discussione politica, ma fra qualche anno potrebbe essere un fenomeno ormai accettato come presenza nella società italiana, e non perché dopo le elezioni del 4 Marzo 2018 un partito neofascista potrebbe sedere in Parlamento, ma perché i temi fascisti stanno entrando nell’agenda di tutti gli altri partiti.
Se oggi è ancora relativamente facile riconoscere un partito neofascista domani potrebbe essere più complicato, e capire come i movimenti di estrema destra sono riusciti a raggiungere questi traguardi potrà essere utile, sia fra qualche mese, sia nel futuro.
Ci proviamo in un viaggio in 10 punti tutti collegati tra loro, che vi porteranno dal Movimento 5 Stelle ai miliardi di euro che ruotano attorno al gas russo.
Né destra né sinistra
Né destra né sinistra è uno dei mantra del Movimento 5 Stelle. l’M5S è un partito che raccoglie molti voti perché non sta né a destra né a sinistra, non è un partito ideologico e proprio per questo utilizza cavalli di battaglia presi da entrambe le parti. E’ la stessa tattica usata dal Front National di Marine Le Pen, che nelle passate elezioni politiche in Francia si era aperta esplicitamente all’estrema sinistra chiedendone il voto, facendo i primi passi per diventare (senza volerlo) il primo grande partito rossobruno, cioè un partito che accomuna estrema destra ed estrema sinistra in virtù dei molti nemici in comune. In Italia non esiste un movimento rossobruno proprio perché esiste il M5S che è stato il primo vero grande partito post-ideologico europeo, l’unico rossobruno degno di nota è Diego Fusaro (ma si fa notare più che altro per l’incapacità nel costruire discorsi lineari). In un certo senso è quello che ha fatto Salvini, che oltre ad allargarsi orizzontalmente da destra a sinistra si espande anche verticalmente, eliminando per la prima volta il “Nord” dal simbolo del partito, che ora si chiama solo Lega.
Populismo
Non siamo soli, tutta l’Europa è attraversata da movimenti di estrema destra in crescita, tutti anti-europeisti, nazionalisti, xenofobi e populisti. Dall’altra parte dell’Atlantico sono andati ben oltre, perché il politico anti-establishment che si dichiarava contro i poteri forti ha in mano le chiavi della Casa Bianca. Trump e l’alt-right hanno sdoganato atteggiamenti inaccettabili fino a pochi anni fa. “I think the big problem this country has is being politically correct” dichiarava Trump nel 2016. Il populismo è comune a quasi tutte le forze politiche, ma in alcune spicca più che in altre. Un partito populista non è un partito fascista, ma i neofascisti usano il populismo per trovare posto all’interno della discussione politica, perché parlano la stessa lingua degli altri partiti.
Vent’anni di Berlusconi ma soprattutto venti anni di anti-berlusconismo in cui lo spettro del fascismo era costantemente richiamato, ci hanno un po’ anestetizzato rispetto a questo tema. Forza Italia rimane uno dei massimi campioni italiani del populismo, però rimarrà sempre un partito di governo. Governare è più difficile che stare all’opposizione. Stare all’opposizione permette sia di lamentarsi di tutto sia di promettere molto di più di quello che si potrà mantenere. Se le possibilità di andare al governo sono nulle, promettere cose impossibili permette di ritagliarsi una nicchia di voti, una piccola percentuale che assicura dei posti in parlamento, e quei posti in parlamento saranno difesi promettendo altre cose impossibili in un crescendo di assurdità e populismi. Allo stesso modo l’altro partito di governo, il PD e tutte le sigle di sinistra più piccole che gli gravitano attorno, hanno sempre avuto un atteggiamento opposto ma sempre populista, semplicemente il “popolo” elettorale di riferimento era un altro. Questo gioco di specchi lo si vede sul tema dell’immigrazione, più il populismo di destra attacca sull’immigrazione più la sinistra chiude gli occhi di fronte al problema e si arma del mantello della nobiltà d’animo.
L’immigrazione in Italia
La sinistra (sia i partiti che gli elettori), si sentono moralmente superiori rispetto agli avversari politici, questo complesso di superiorità li porta a disinteressarsi o attaccare chi vive tutti i giorni il problema dell’immigrazione, magari perché abita in un posto degradato. L’immigrazione è aumentata costantemente negli ultimi anni ed è dimostrato che il suo aumento non corrisponde all’aumento dei crimini, ma il problema è la percezione del fenomeno, anche perché gli immigrati che delinquono compiono spesso reati legati a quella che tecnicamente viene chiamata criminalità predatoria (furti, rapine, scippi etc…) che sono proprio i reati che colpiscono più direttamente i cittadini dando una percezione di insicurezza che non corrisponde a quella delle statistiche, ma che non si può certo trascurare come fa la sinistra che etichetta come razzista chiunque segnali nel fenomeno dell’immigrazione un problema. La sinistra preferisce approvare la legge del deputato PD Emanuele Fiano che rende reato l’apologia e la propaganda fatta tramite i simboli del fascismo e del nazismo, piuttosto che esporsi alle critiche interne ammettendo che sì, l’immigrazione e gli stessi immigrati sono un problema, e lo sono perché la maggior parte dei migranti appartiene a quella fascia di popolazione più propensa al crimine ed alla violenza, cioè i giovani maschi tra i 18 ed i 30 anni.
Il fascismo cattivo su Facebook ed il fascismo buono in strada
I movimenti neofascisti trovano spazio nella società non solo quando possono discutere sugli stessi argomenti con altri partiti, ma anche quando danno ascolto ai problemi che lo Stato non risolve e soprattutto quando possono sostituirsi allo Stato e passare dalle parole all’azione. Di fronte a questa latitanza dei partiti tradizionali e dello Stato vincono facilmente i partiti di estrema destra.
Le pagine Facebook di CasaPound e Forza Nuova raccolgono molti più iscritti di PD e Forza Italia (si è orgogliosi nel dichiararsi appartenenti ad un’area politica estrema e piccola mentre l’appartenenza ad un’area politica moderata ed ampia non è così sentita), anche perché utilizzano Facebook con delle attente strategie di social media marketing, più che mostrare se stessi mostrano delle idee che generano reazioni forti e che vengono condivise in ogni caso, che si sia contro o a favore. Ultima trollata che ha infiammato i social è quella di Fiore, leader di Forza Nuova, che ha attivato un gruppo di avvocati per valutare i fatti di Macerata e le accuse rivolte all’attentatore Luca Traini.
L’altra faccia della stessa medaglia è quella dell’estrema destra dall’animo buono. Il welfare di CasaPound che si sostituisce allo Stato ed aiuta le persone in difficoltà economica (ovviamente “prima gli italiani”). Però a volte pesa più il motivo del gesto che il gesto in sé, anche CL va a caccia di persone in difficoltà da aiutare, anche Scientology, anche l’ISIS aveva un suo welfare. Non si può certo dire che l’aiuto che CasaPound da a chi è in difficoltà sia un male, anzi, ma non si può non vederne il ritorno di immagine e probabilmente anche di voti.
Noi contro l’Islam ed i foreign fighters fascisti
Uno dei tratti comuni e trasversali a molti partiti che saranno presenti alle prossime elezioni (Forza Italia, Lega, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, Destre Unite, Forza Nuova e Fiamma Tricolore che si presenteranno come Italia agli Italiani, CasaPound) è la necessità di recuperare non solo potere nazionale contro la burocrazia europea, ma anche recuperare un’identità forte, più ampia e più antica, un’identità occidentale e cristiana da contrapporre all’Islam ed al mondo musulmano. Questa necessità non è certo nuova e nel dibattito culturale occidentale ha avuto un apice dopo gli attentati dell’11 Settembre, oggi ritorna e non è solo una prerogativa della destra. Il dibattito culturale aperto, libero e democratico semina le basi ideologiche che verranno prese in prestito da altri soggetti e messe in pratica negli spazi di aggregazione, circoli, raduni, palestre.
Il fatto paradossale è che i metodi per costruire questa identità occidentale forte, sono gli stessi usati dal terrorismo islamico. In entrambi i casi c’è un glorioso passato storico (molto mitizzato) da recuperare, che poggia su una fede religiosa ignorante e confusa, poco praticata, le cui basi teologiche sono praticamente sconosciute; c’è una forte presenza online che sfrutta i social per fare propaganda incitando all’odio anche tramite fake news e teorie del complotto sui poteri forti. Inoltre esiste una galassia di piccoli movimenti indipendenti tra loro ma molto interconnessi e con una rete estesa anche all’estero, che attira giovani che si sentono esclusi dalla società, li allontana da forme di criminalità di strada per dargli un inquadramento, dei valori per i quali impegnarsi ed in alcuni casi incanala odio e rabbia in forme di violenza organizzate. Recenti indagini hanno evidenziato come attorno a questo fermento ideologico ci siano dei reclutatori in cerca di neofascisti che vogliano diventare dei foreign fighters e combattere in zone di guerra, in questo caso non in Medioriente ma nella guerra tra Russia ed Ucraina nel Donbass.
La rete economica dell’estrema destra
Nel novembre del 2017 l’Espresso (con la testata francese Mediapart) ha pubblicato una grossa inchiesta sulla rete imprenditoriale creata negli anni da Forza Nuova e CasaPound ed i loro collegamenti fuori dall’Italia. L’indagine giornalistica molto articolata ha messo in luce le attività economiche di Forza Nuova con Londra, e le attività economiche a Roma di alcuni francesi collegati sia a CasaPound che al Front National e soprattutto a Marine Le Pen. Le attività legate a Forza Nuova e CasaPound vanno dal cibo francese alla ristorazione ai marchi di abbigliamento, franchising di barberie e di poste private, scuole di lingua e soggiorni all’estero, startup di comunicazione, imprese immobiliari, magazine culturali e di informazione, circuiti di combattimenti di MMA, trust e società offshore. Sono tutte attività legali che servono a fare cassa, far lavorare i militanti, mettere radici nella società civile; lo fanno praticamente tutti i partiti e con volumi di affari infinitamente più grandi (basti pensare alle coop rosse).
I neofascisti sono innamorati di Putin (che teneri)
L’altro collegamento tra i movimenti di estrema destra e l’estero lo si trova fuori dall’Europa. Ci sono legami diretti ed indiretti che si stanno instaurando tra i movimenti neofascisti e la Russia di Putin. Quasi tutti i movimenti neofascisti europei simpatizzano per Putin, si sono anche riuniti a San Pietroburgo per il Forum Conservatore. Il supporto da parte russo non manca. Non è chiaro se la Russia stia pagando i movimenti neofascisti e neonazisti europei, ma si sa con certezza che un finanziamento ad un partito di estrema destra c’è stato, ed è stato molto importante, 11 milioni di euro versati al Front National di Marine Le Pen.
Putin non ama i neofascisti, li sfrutta per venderci il gas
Il motivo per cui la Russia sia interessata a supportare questi movimenti è più opaco. Sicuramente c’è una visione comune, quella xenofoba, omofoba ed a favore della famiglia tradizionale, e sicuramente avere degli amici in Europa non può che aiutare la Russia, soprattutto per ridurre le sanzioni internazionali. Ma allargando lo sguardo ed allargando i confini si può notare come Putin sia ormai da anni impegnato a riportare la Russia ai fasti dell’Urss, “Make Russia Great Again” direbbe Trump; e proprio guardando al supporto dato dalla Russia a Trump durante le elezioni del 2016 si possono capire meglio le intenzioni di Putin.
Trump si era presentato alle elezioni USA con un programma isolazionista e meno propenso a vigilare sul mondo, cosa che renderebbe l’espansione dell’influenza Russa più facile (esattamente quello che sta succedendo oggi in Medioriente). Allo stesso modo in Europa, aiutare i movimenti fascisti equivale ad aiutare i movimenti nazionalisti ed anti-europeisti, un’Europa divisa sarebbe un vantaggio strategico per Putin e per la vendita e la distribuzione del gas russo. Il 40% delle entrate nelle casse statali russe dipende dalla vendita di gas, ed il 75% del gas russo è esportato in Europa. Semplificando molto, un’Europa forte ed unita ha un potere contrattuale maggiore rispetto a tanti piccoli stati.
Riassunto brevissimo
Il fascismo contemporaneo si annida ovunque. Dopo essere stato sconfitto militarmente e politicamente è sopravvissuto sotto le ceneri della seconda guerra mondiale, non si è mai spento perché nelle dinamiche della guerra fredda serviva una forza militante che potesse contrastare i movimenti di sinistra. In quegli anni i movimenti neofascisti erano facilmente identificabili, oggi invece siamo di fronte ad un cambiamento. Il pensiero fascista viene accolto all’interno di movimenti meno estremisti e più moderati, ed allo stesso tempo i movimenti dichiaratamente neofascisti si rendono più accattivanti per aprirsi ad un pubblico più ampio.
Ok il fascismo, ma il comunismo?
Per chi se lo chiede, in Italia ci si preoccupa del ritorno del fascismo e non del comunismo perché, appunto, in Italia c’è stata una dittatura fascista e non comunista, e controllare gli anticorpi di una malattia avuta in passato è un buon modo per controllare lo stato di salute di una società. A chi obietta che il comunismo è stato molto più duro ed ha fatto molti più morti rispetto al fascismo italiano si può dare solo ragione, ma basterebbe confrontare i regimi fascisti sudamericani, quelli europei ed il nazismo con i regimi comunisti e socialisti sudamericani, asiatici e dell’Europa orientale per capire che i fenomeni con tutte le loro differenze sono stati catastrofici e da non ripetere. Tornando invece alla legge Fiano che rende reato l’apologia e la propaganda fatta tramite i simboli del fascismo e del nazismo, bisogna notare due cose. La prima è che non è uno strumento per fermare il neofascismo, anzi, proibire ha solitamente l’effetto di rafforzare e coalizzare gli estremisti; e secondo che l’apologia di fascismo e nazismo è reato mentre invece il comunismo continua ad essere accettato come una cosa normale.