Ci sono due articoli che girano un sacco sull’internet dei ragazzi, cioè Facebook: uno mostra i Maneskin che suonano una cover dei Killers a Webnotte, powered by Repubblica e presentato da Alessandra Vitali ed Ernesto Assante. L’altro articolo mostra la fila dei ragazzini delle elementari/medie al firmacopie dei Maneskin in giro promozionale per le Feltrinelli italiane, prima di partire per il tour nei maggiori club italiani, praticamente già sold out.
Andiamo con ordine: chi sono i Maneskin? Una band romana, rivelazione totale dell’ultimo X Factor, composta da Damiano alla voce, Victoria al basso, Er Cobra alla chitarra e Ethan alla batteria, tutti di età compresa tra i 16 e i 18 anni, diventati in poco tempo le rockstar preferite della pubertà e del cougarismo diffuso.
La loro particolarità infatti non è tanto quella di saper suonare o comporre bene, bensì la sexy sfacciataggine coatta di Damiano e Victoria, sessualmente già oggettivati dai signori e dalle signore del belpaese. Le loro esibizioni a X Factor hanno generato commenti sui social degni delle scritte nei cessi degli autogrill. Damiano e Victoria sono belli, giovani e sensuali. Gli altri due, sono un po’ come Andy degli Wham: c’è, fa un sacco di cose ma lo sappiamo che alla fine quello che diventa famoso è George Michael mentre lui invecchierà normale.
Questi 4 ragazzi hanno pubblicato un ep con un inedito e una manciata di cover eseguite tra lustrini, latex e vedo non vedo a X Factor. Una volta finito il talent, sono uscite le date del tour subito a ridosso, e la produzione non ha badato a spese, noleggiando i migliori club d’Italia. Intendiamoci: chi lavora coi Maneskin sta facendo affari d’oro, è un investimento sicuro da prendere al volo, fossero Bitcoin si dovrebbero minare attaccati a un server gigante. Affari, chi non li farebbe?
E i ragazzi? Come biasimarli: si divertono, suonano e vivono il sogno. Girano l’Italia in lungo e in largo, sono osannati dai ragazzini, firmano il loro cd di cover, fanno selfie e poi tornano dai genitori. Chi non lo farebbe?
Il problema nasce quando si vuole passare questo riuscito cosplay di rockstar come soggetto rilevante a livello musicale. La loro musica infatti è ancora in fasce e già piena di tutti quei cliché sdoganati da anni e anni di autogestioni al liceo: un mix di funky bianco alla Red Hot Chili Peppers, l’accento di tipo Giamaica in Roma (Karmacoma, alla fine è arrivato), l’attitudine alla Jim Morrison nei film di Moccia e l’abilità musicale di una band da sagra di paese.
La band ha un grosso problema con l’arrangiamento dei pezzi, che risulta sempre scarno al limite dell’amatoriale, così come l’interpretazione di Damiano, che canta ogni singolo pezzo come se fosse lo stesso. La chitarra, che dovrebbe riempire di musica tutti i vuoti dell’impalcatura funky livello uno di basso e batteria, in realtà è latitante. Er Cobra, che suona una Squier come i ragazzini al primo concerto, non inserisce quasi mai un effetto e il gen gen delle plettrate date come colpi di zappa in campagna non si trova bene col gen gen sovente fuori tempo del basso. La batteria del ragazzino di Twilight tiene botta e infatti lui è l’unico che non parla mai durante le interviste. Il resto è sfacciataggine protetta dalla fama della tv, la cosa meno rock’n’roll che si possa immaginare.
Essendo principalmente una cover band mediocre con una fanbase enorme e un tour paraculo creato di corsa prima che il giocattolo si rompa, fa strano vedere che piacciono anche ad alcuni adulti pronti a tirare fuori parole come “rinascita del rock”, quando ne è un’evidente parodia. Fa ancora più strano che Manuel Agnelli abbia sponsorizzato questa operazione. Proprio lui, da sempre purista del rock fuori dal circuito nazionalpopolare, che ha girato in furgone fino a diventarne parte, che ha composto album bellissimi e che ha conquistato coi denti i palchi regalati a questi ragazzi e ai loro fan minorenni, che c’entra lui col musical rock per un pubblico prepuberale, evidentemente avvinto solo dall’avvenenza del sex symbol?
Siamo pronti a ricrederci su questo fenomeno mediatico laddove ci stupisca con un album di inediti belli e suonati bene, per ora li cataloghiamo dove devono stare, tra Hannah Montana, i Gazosa e lo spin off di Cinquanta sfumature di qualcosa.