Non c’è tempo di stare lì ad aspettare il finale di Game of Thrones, le nostre simpatie verso il fantasy possono essere sublimate dal Festival di Sanremo 2018 di Claudio Baglioni (diventato un letale mix tra Renato Balestra e Gru di Cattivissimo Me, eppure fantastico come comico all’inglese). Sul palco dell’Ariston, tra il debutto de Lo Stato Sociale con la vecchia che balla e l’orribile favorita di Ermal Meta e Fabrizio Moro a rischio squalifica per plagio (ce ne faremo una ragione), si è combattuto un duello di nervi e canzoni, senza cavallo né lancia, ma non per questo meno appassionante.
Come sapete, la galassia Pooh si è spenta il 30 dicembre 2016 con un concertone a Bologna e i suoi ex membri vagano come meteore impazzite nel cosmo dello show business: cosa fare dopo una vita passata nella band più famosa d’Italia? Sarà per questo che i Kiss continuano a mettersi il trucco a quasi 70 anni, perché non c’è vita dopo la band, ma gli ex Pooh hanno continuato a suonare anche da soli, mostrando i denti e le dentiere su quel palco che li ha visti vincitori nel 1990, anno di Uomini Soli e del tormentone Dio delle ciuittuaaaaaaaà. I tempi sono cambiati, così come i problemi tricologici dei Pooh e ce li troviamo nel 2018, divisi come gli atomi a casa di Einstein: Roby Facchinetti si è messo con Riccardo Fogli, membro fondatore ed ex bassista dei Pooh degli anni ’60, Red Canzian invece gareggia da solo e porta sulle sue forti spalle il peso di essere l’eterno rimpiazzo, hai voglia a suonare 90 anni con la stessa band, sei quello che è venuto dopo Riccardo Fogli e pure nel 2018 Facchinetti è lì per ricordartelo.
I primi ad esibirsi sono Fogli Facchinetti, ex nemici, odiati per decenni dopo l’uscita di Fogli dai Pooh a causa della sua relazione con Patty Pravo, si ritrovano insieme sul palco cantare una canzone sugli sbagli che si fanno nella vita ma per fortuna il tempo è galantuomo e alla fine sticazzi. In realtà il loro è un esercizio di pilates facciale per la bocca, che viene resa grande come un garage in grado di ospitare un suv, a causa delle vocali aperte stile Olmo di Roby Facchinetti che inizia con Muaaaaaaari e finisce Cuaaaaaaari. Il pezzo è crepuscolare, mette un po’ d’ansia e il loro look non è da meno: Riccardo Fogli sfoggia sempre quel bel taglio di capelli in stile Bob di Twin Peaks abbinato all’autoabbronzante facciale di Christina Aguilera, di colore opposto a quello delle mani cadaveriche, Roby Facchinetti ha i capelli metallizzati e gli occhi fotonici grazie ai quali riesce a vedere sotto i vestiti delle signore nel pubblico. I due si guardano, ammiccano e alla fine molti di noi hanno pensato “E se si baciano?”. Pensate quale meraviglia sarebbe stata sei i due eroi nazionali del bel canto sulla via dell’anzianità, a pochi giorni dalle elezioni, avessero limonato sul palco facendo un coming out epocale. Invece niente, solo grandi abbracci e un’esibizione appena sufficiente in cui Facchinetti fa la parte del leone e Fogli quella del tipo che al karaoke ne canta mezza perché sulle note alte non c’arriva.
Quando è il turno di Red Canzian siamo tutti un po’ scazzati, abbiamo già assistito a mille esibizioni di pezzi lenti e ci prepariamo all’ennesimo paio di palle, invece Red aumenta subito i bpm e inserisce la chitarra elettrica su una batteria rock wave, col risultato di starci già troppo simpatico. La sua giacca in amianto purissimo non tragga in inganno, Red ha voce e coraggio da vendere, quindi invece di rifugiarsi su una lagna su come sia brutto invecchiare, si rende Testimone del tempo, tipo Dr. Manhattan degli Watchmen. Il suo pezzo un po’ Flashdance un po’ Rocky quando si allena in Russia ci fa saltare sui divani. Il ritornello apre a una voce degna di un cantante power metal mentre urla al mondo che ogni uomo ha il suo esclusivo canto, e pare scontato il guanto di sfida lanciato ai suoi due colleghi più famosi. Bestia strana il suo pezzo: coretti alla Arcade Fire, impianto ritmico alla Interpol, sopra violini rubati a Gloria Gaynor, chitarre elettriche degli Scorpions e una potenza che ce lo fa vedere bene di supporto al tour degli Iron Maiden questa estate. I capelli sono come le nuvole di drago cinesi, puro vapore e tiene appuntato sul petto un ranuncolo (è un fiore, non googolate) contro la violenza sulle donne, di cui parlerà anche a fine pezzo, lanciano un nobile messaggio sociale. In buona sostanza, ci ha rubato il cuore.
Qualche nota di colore su Red Canzian: è stato con Marcella Bella, Patty Pravo (dopo Riccardo Fogli, che fantastica storia è la vita), Loredana Berté, Mia Martini e Serena Grandi. Nel 1992 a causa di un libro comprato in autogrill è diventato coltivatore di bonsai, materia sulla quale ha pubblicato egli stesso 5 libri. È vegano per motivi etici e pure pittore. Ci manca che nel suo intimo riesca a volare e poi è un supereroe come mancava da tempo all’Italia. È il nostro campione, colui il quale è stato bastonato dalla vita (aneurisma, eterno rimpiazzo, condiviso fidanzata con Fogli, composto musica per un ministro di Forza Italia) ma si è rialzato per spaccare tutte cose. Sopravvissuto, ha battuto il boss finale e conquistato la principessa. Ci sarà un motivo se quando il nostro nuovo eroe è entrato nei Pooh nel 1973, la band ha pubblicato Parsifal, il suo album più bello, no? E le foto promozionali fantasy? Tutto preludeva a questa epica battaglia e noi siamo talmente fortunati da esserne contemporanei.