È un mondo difficile, diceva quel burocrate di Tonino Carotone. Futuro incerto, specialmente in politica, con tutto un nuovo proliferare di piccoli partiti e movimenti che ricordano da vicino gli effetti del proporzionale anni ’80, tanto caro alla DC.
Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia per esempio hanno un nuovo soggetto politico di sinistra o presunta tale, e l’hanno chiamato Mossa del Cavallo.
“Lo abbiamo chiamato “Mossa del Cavallo” per far capire che bisogna scavalcare questi partiti inetti e/o corrotti, o entrambe le cose” dice Chiesa, ma gli italiani sapranno giocare a scacchi? Modestamente, se si parla della Mossa del Cavallo ci viene in mente il dressage, lo sport olimpionico in cui il cavallo deve imparare a comportarsi a modo.
Dal momento che la sinistra ha già i suoi bei problemi, perché dargliene un altro? Non sarebbe meglio uno dei nomi qui sotto, di cui l’italiano si fa un’idea senza dover ricorrere a Kasparov contro Karpov?
1) La mossa del giaguaro
Un partito supercafone per gente che non deve chiedere mai, che riunirebbe tutti quelli che affollano i cinepanettoni sotto Natale. Con un nome così ti prendi il 70% alle prossime elezioni e governi vent’anni tranquillo. Premier: il Piotta.
2) Compagni di Ventura
L’operaio, l’umile, il vinto, è abituato a perdere. Votare un partito che vuole vincere le elezioni sarebbe controproducente per lui, che si troverebbe catapultato in un universo che non gli appartiene. Chi meglio di Gian Piero Ventura può sponsorizzare questo status quo?
3) Italia sì Italia no
L’Italia dei qualunquisti, di Sanremo e dei cachi, di quelli che gli va bene tutto, basta lo sostenga la maggioranza, che non si interessano mai di politica ma criticano sempre, che leggono solo i titoli degli articoli e sbagliano la punteggiatura.
4) Antani
La supercazzola, da sempre il miglior stratagemma che un politico ha per scrivere i propri discorsi, infarcendoli di epiteti, avverbi e aggettivi inutili, desueti e spesso senza contesto, per confondere l’umile e deciderlo a votare per uno più istruito di lui. In memoria di Ugo Tognazzi, vate.
5) La nuova casa della sinistra scacchista operaista metallurgica ferita nell’onore (LNCSSOMFO)
L’operaio, questo soggetto da sempre facente parte della categoria dei tapini, potrebbe rispecchiarsi nello sguardo di chi ha perso tutto, proprio della maschera interpretata da Giancarlo Giannini nel film della Wertmüller. E giù lacrime.
6) Fronte popolare Giudeo v. Fronte popolare di Giudea
Se l’intento è quello di frammentare ancora di più il bacino d’utenza della sinistra, allora perché non creare un nome che sia già scisso? Come nella popolare gag dei Monty Python in Brian di Nazareth, il peggior nemico di un partito non è il suo nemico naturale, ma il suo simile.
7) Facebook
Ci siamo tutti dentro, no? Mark Zuckerberg sta tentando di comprare l’internet e di farlo diventare tutto Facebook, così da avere sotto controllo l’umanità. Siccome non siamo in grado di contrastarlo in alcun modo, perché non abbandonarci alla sua dittatura per l’eternità?
8) Movimento 6 Stelle
Luigi Di Maio premier rimane, ma con una stella in più, per soddisfare i delusi del movimento. Sesta stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta alla penisola che non c’è.
9) La Rabbia Saudita
Fate anche voi parte di quella fazione che è di sinistra ma, che non è razzista ma, non è contro gli omosessuali ma, non è contro una donna Presidente del Consiglio ma? Allora potete unirvi alla Rabbia Saudita, un partito di forconi e incazzati di destra che credono di essere di sinistra.
10) Casamarx
Home is where the heart is, dicono gli anglosassoni. Perché anche l’elettorato operaio della sinistra non può avere la sua casa, la sua Nina Moric, il suo palestrato che prende i giornalisti a testate, la sua marcia su Roma e via dicendo? Casamarx, e facciamo contenti tutti.