È iniziata la scuola da pochi giorni e i giovani brufolosi e puzzolenti si sono trasformati di nuovo in alunni. Stanno fuori casa per tutta la mattina e poi il giorno si possono interrompere le sinapsi ormonali con l’antica formula “Hai studiato per domani? Hai fatto i compiti? Altrimenti non esci.”, che di solito irretisce anche i più sovversivi. Con lo sviluppo tecnologico alle stelle e il testosterone che galoppa, ogni anno è una sfida nuova, sempre in bilico tra la formula Genitore moderno aperto disponibile puntuale che non alza mai le mani o la voce neanche in caso di rissa e quella Genitore old school che tu non ti preoccupare di cosa dice il padre di Giovanna, questa è casa mia e qui comando io.
Vediamo quali sono i nuovi spauracchi per i genitori che vogliano crescere dei figli equilibrati senza perdere la sanità mentale:
I gruppi Whatsapp dei genitori
Che volete che sia partecipare a gruppo su Whatsapp con i genitori dei compagni di classe dei vostri figli: in questo modo mai più compiti persi, scioperi improvvisi sconosciuti o problemi vari senza avvertimento. Con quei gruppi coi nomi impossibili tipo “Le mamme del caffè” o “Genitori uniti dell’Istituto Tecnico di Pizzighettone”, la nostra vita pareva aver preso una piccola, seppur significativa, svolta positiva. Figuriamoci. I gruppi di Whatsapp si sono trasformati in orrendi zanzaroni che, ogni trenta secondi, ci tormentano con notifiche, messaggi vocali e gif prive di umorismo o commenti razzisti con l’unico compito di romperci i coglioni. Perché diciamolo chiaramente: che Carluccio sia intollerante al latte parzialmente scremato o che Valentina abbia già fatto due anni di danza classica a noi checcazz ci interessa? Abbiamo già abbastanza problemi coi nostri figli e di certo non ci vogliamo accollare quelli degli altri. Non si può neanche dire: “Beh però per i single questi gruppi sono un potenziale ricettacolo di milf da battaglia e azzimati playboy d’esperienza”. In realtà vi troverete a mangiare pizza fredda al sabato sera davanti a “C’è Posta per Te” con una versione molto più simile ad un Magalli di “Affari Vostri” o al padre di Milhouse che al Patrick Dempsey dei vostri sogni parlando dei disturbi alimentari dei vostri figli! Fuggite sciocchi!
Spuntino sano o spuntino sfizioso?
Una volta era indubbiamente più facile. Se i nostri padri andavano ancora a scuola con meravigliosi piatti della tradizione folk tipo frittatone di cicoria o panini con affettati a chilometro zero e gavetta con la zuppa lombarda, noi avevamo poche opzioni: la merendina, la pizza o focaccia unta e bisunta, le patatine oppure il panozzo prosciutto e maionese e via, ad addormentarsi sul banco per la mancata digestione. Oggi le cose sono cambiate visto che nelle scuole sono arrivati i rigidi precetti alimentari che impongono cibi sani e genuini per i nostri figli. Niente più tupperware di lasagne avanzato dalla sera prima, benvenuta bacca di ginepro, carotina lessa, richiesta di merenda leggera ma decisamente invitante che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità. Oh, asteroide, dove sei quando abbiamo bisogno di te?
Dal binge-watching al banco di scuola
I figli, presi a imitare i genitori, passano ore ed ore davanti ai propri pc o telefoni nei più selvaggi binge-watching di serie tv che si siano mai visti. Scelgono di proposito quelle con più episodi, così avranno milioni di ore occupate. Ma come fare a stanarli da questo dorato mondo e riportarli alla triste realtà di trovarsi tutte le mattine seduti al banco di scuola? La minaccia “ti tolgo il telefono” è sempre la più pericolosa, perché tutta la vita dei nativi digitali si trova lì, sullo schermo touch. Senza di essa non sarà possibile comunicare, partecipare a mille gruppi, ascoltare musica e guardare il 486esimo episodio di Shadow Hunter. Un piccolo oggetto, così tanto potere! Il fulcro di ogni minaccia: studia altrimenti stasera niente telefono. La new wave del metodo Montessori.
L’incubo del registro elettronico
Una volta per fare sega a scuola (inteso come “marinare”, non come quell’altra cosa che solo a pensarla siete proprio disgustosi), bastava un minimo di organizzazione, un gruppetto di amici fidati e una casa libera o, in alternativa, un bar nei paraggi. Le cose però si sono fatte molto più dure da quando, un paio di anni fa, è arrivato il registro elettronico, ovvero una sorta di stele di Rosetta dove il professore di turno inserisce la qualunque dell’attività scolastica. “Mamma ho preso tre perché non sapevo del compito in classe” – “Bravo Marco! Vedo che non hai letto il registro elettronico: questa sera niente Netflix!”. E ancora peggio con le assenze non giustificate. L’unica soluzione è affinare le proprie doti da informatico (magari contribuendo a farne un bonus per la propria carriera lavorativa) oppure confidare nel “technology gap” del professore di turno che piuttosto di mettere le mani su un tablet preferirebbe dare il sei politico a tutta la classe.