Musica
di Simone Stefanini 21 Aprile 2017

Robert Smith compie 58 anni e noi non abbiamo mai smesso di amarlo

Robert Smith è un personaggio unico nel suo genere, ha ispirato tre generazioni rimanendo se stesso ed è impossibile non volergli tanto bene

 

Robert Smith potrebbe essere sinonimo di amore, il che sembra strano visto il suo ingombrante retaggio oscuro e il personaggio iconico grazie al quale è riconosciuto da tutti. Oggi compie 58 anni e questo fa di lui un perfetto antieroe di quelli che preferiscono spegnersi lentamente piuttosto che bruciare, eppure la sua maschera occupa più magliette della faccia di Kurt Cobain, vuoi per il peso specifico nella storia della musica, vuoi perché a quasi 60 anni, col fisico un po’ andato e la faccia gonfia, continua ad essere se stesso e a suonare concerti da 3 ore per la gioia dei fan. Se non è amore questo.

 

 wikipedia

 

Il suo nome è identificato con la sua band, The Cure, con cui ha registrato fino ad ora 13 album in quasi 40 anni di carriera, cambiando volta per volta tutti gli altri membri per preservare paradossalmente l’identità della band. La cura che lo ha salvato dalla depressione e che ha venduto circa 30 milioni di dischi, che è passata indenne attraverso il post punk di Three Imaginary Boys (il primo album del 1979), la fase dark di Seventeen Seconds (1980), Faith (1981) e Pornography (1982), il pop alternativo di The Top (1984), The Head On The Door (1985) e Kiss Me Kiss Me Kiss Me (1987), il capolavoro della malinconia Disintegration (1989) e che si è saputa reinventare dopo aver toccato il suo apice, cambiando rotta e facendo urlare le chitarre in Wish (1992), tornando al pop leggero con Wild Mood Swing (1996), alle atmosfere malinconiche con Bloodflowers (2000), alla produzione spinta di The Cure (2004) e al ritorno delle chitarre di 4:13 Dream (2008), senza mai perdere la faccia.

 

 twicopy

 

Di Robert Smith conosciamo la sua musica per averci fatto compagnia negli walkmen e nei giradischi di adolescenze passate a sentirsi incompresi dal resto del mondo. Lo abbiamo eletto Papa della Chiesa dell’Incomunicabilità e nella sua figura unica e piena di contraddizioni ci siamo visti riflessi, coi nostri difetti indossati come scudi o al limite come impermeabili.

 

 squarespace

 

Poco sappiamo del Robert Smith struccato, quello che ha sposato Mary Poole nel 1988, la donna della sua vita, conosciuta a 14 anni e mai lasciata. Poco sappiamo del Robert Smith che ha deliberatamente deciso di non avere figli, pur amando alla follia i suoi 25 nipoti e pronipoti, perché essendo incapace di autodisciplinarsi non sarebbe in grado di educarne uno suo. Un’autoconsapevolezza invidiabile all’interno dello star system, del quale pur essendo riconosciuta icona, non ha mai voluto far parte.

 

 blogspot

 

Oggetto misterioso, etereo e insieme carnale nelle sue esibizioni, terra terra nei suoi vizi che vedono al primo posto l’alcol, da bravo inglese tifoso dei Queens Park Rangers che militano nella Championship inglese. Negli anni, i Cure hanno sempre fatto in modo di non suonare in concomitanza con una partita di calcio dell’Inghilterra. Anche prendere l’aereo all’inizio degli anni 80 non è stato semplice; per anni ha avuto paura di volare e ha fatto due tour americani in nave. Essendo una celebrità molto singolare, ha avuto un po’ di esperienze strane. Al primo posto, quando è andato a Euro Disney coi nipoti di cui sopra e Minnie lo ha stalkerato per chiedergli un autografo.

 dangerousminds

 

Lo sappiamo bene, oggi Robert Smith non è proprio in formissima e sul palco somiglia più alla buonanima di Moira Orfei che al ragazzo tutto strano e affascinante che abbiamo idolatrato da piccoli, ma nel frattempo siamo invecchiati anche noi e questa trasformazione ci riguarda da vicino, un po’ come uno specchio. Potrebbe rimettersi un po’ in sesto, correre e fare flessioni come i Kiss che fanno le prove sul tapis roulant, ma poi per quale motivo? Uno che ha sempre interpretato un mostro dolce, perverso e grottesco, che ha mascherato la sua faccia quando era carina, non avrebbe ragione di smettere adesso che il fisico è quello che è. Che Robert Smith sia stato carino, quella è un’anomalia, non il contrario. Dopo tutto, nel suo epitaffio ha detto più volte di voler essere ricordato solo per aver fatto parte di una band figa e lì, nessuno può dire proprio niente.

 

 

 

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