Quanti di noi alla fatidica domanda che la maestra ci faceva in prima elementare, ovvero “Che lavoro vorresti fare da grande?”, abbiamo risposto, con un fare tra l’ingenuo e il trasognato, “l’astronauta”? Certamente molti, special mente negli anni Sessanta (l’età d’oro dei viaggi nello spazio) e tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta (quando tra Goldrake e Mazinga Z l’universo robotico sembrava a portata di mano). Eppure, almeno che tra i vostri amici non vi siano tecnici specializzati NASA, in pochi, pochissimo si sono anche solo potuti avvicinare ad esaudire questo pazzo desiderio. Bene con Mass Effect Andromeda, un videogioco uscito in questi giorni, possiamo finalmente diventare astronauti. E per di più rimanendo comodamente seduti a casa sul nostro divano sgranocchiando arachidi o popcorn.
Mass Effect Andromed è un videogioco sviluppato dalla BioWare e pubblicato da Electronic Arts che nonostante faccia parte di una saga già in essere (per l’appunto la saga Mass Effect con ben tre titoli alle spalle) è da considerarsi a tutti gli effetti come un nuovo inizio. Infatti il gioco si presenta come una sorta di ibrido tra un classico action (in terza persona si spara o si eliminano in vari modi i nemici) e un RPG, quindi con la possibilità di livellare e modificare le caratteristiche del protagonista a proprio piacimento. Questo significa che, avendo la possibilità di optare tra sei diverse categorie (guerriero, tecnico, esploratore, leader etc.), il gioco cambia molto a seconda che si scelga l’uno o l’altro sbocco professionale. Se io sono un guerriero avrò una resistenza base maggiore contro i nemici, più possibilità di farli secchi con pochi e precisi colpi di pistola o fucile ma non sarò un fulmine a risolvere gli enigmi oppure a sfruttare le risorse dell’ambiente circostante.
Già perché rispetto ai tre capitoli precedenti, l’ambiente circostante ricopre un ruolo fondamentale. Infatti il mondo di Mass Effect Andromeda è un open-world, cioè vi è la possibilità concreta di esplorare i pianeti sui quali si sceglierà di sbarcare: ogni pianeta avrà caratteristiche specifiche, che potranno essere sfruttate a piacimento dal proprio personaggio. Personaggio che, così come per le caratteristiche diciamo così intellettive, potremo definire al cento per cento anche per quanto riguarda i caratteri fisici. In tal maniera si potrà scegliere di costruire una build offensiva oppure riflessiva, delineare un personaggio che fa dello sfruttamento dell’ambiente la sua caratteristica principale oppure plasmare un vero e proprio leader, capace di condurre i propri compagni ad un’esplorazione sicura e senza rischi.
Non si è soli nel mondo nella Galassia di Andromeda. Sia perché, indipendentemente a quale classe si appartenga (e comunque nel corso del gioco si potrà passare dall’una all’altra con la massima libertà), si sarà sempre “scortati” da un gruppo, più o meno esiguo, di compagni che accompagneranno il protagonista nelle proprie peregrinazioni spaziali, ma anche e soprattutto da tutta una serie di creature, ora più bestie ora più alieni senzienti, che punteggeranno i vari pianeti. Insomma se avete amato le puntate più esplorative e conoscitive di Star Trek allora adorerete questo gioco. Uno dei momenti più emozionanti infatti sarà, giusto all’inizio, quando per la prima volta avremo “un contatto” con una specie aliena, in una situazione per altro abbastanza critica: cosa faremo di fronte all’ignoto? Come ci comporteremo nei confronti di una creatura che non parla minimamente la nostra lingua, imbraccia un’arma e pare minacciare noi e i nostri compagni? Potremo scegliere di fare fuoco, dando il là ad una vera e propria guerra tra mondi oppure decidere di aspettare, tentando la soluzione diplomatica. La scelta è nelle mani del giocatore che è libero di puntare sullo stile preferito.
Certo a fronte dei momenti più à la X-Files, ovvero quelli in cui si deve investigare su misteriose rovine aliene (molto belle e rifinite queste parti stile detective) quello che proprio non va giù in questo titolo è il modo nel quale sono state proposte le animazioni dei volti. L’espressività dei protagonisti di Mass Effect Andromeda è paragonabile a quello di un comodino o se preferite dell’Action Man che tenete in quello scatolone sopra l’armadio. Sia che si tratti di umani o di alieni, tutti quanti indifferentemente nel migliore dei casi non trasmetteranno molte emozioni oppure, nel peggiore, esprimeranno quelle sbagliate. C’è una misteriosa esplosione che viene da quell’hangar laggiù? Il nostro personaggio invece di sorprendersi o avere paura, strabuzzerà gli occhi ed alzerà le sopracciglia come neppure in preda ad una crisi intestinale. Dopo tutti gli anni di lavoro dietro a questo titolo, senza dubbio ci si aspettava di meglio.
Eppure, nonostante ciò, il titolo è fighissimo perché permette di esplorare pianeti e galassie misteriose sì in maniera davvero ampia, a differenza del più filosofico No Man’s Sky (qui il nostro articolo), non vi sarà una libertà totale e, francamente, un po’ angosciante e ripetitiva. Qui siamo di fronte ad un RPG con un lore, una storia ben precisa, che può essere definita dalle proprie scelte ma la quale è sempre il fine ultimo di tutto. Un po’ come i marinai del tempo antico che si regolavano durante le loro peregrinazioni con le stelle nel cielo, allo stesso modo in Mass Effect Andromeda su un pianeta si può fare tutto ciò che si vuole ma si deve sempre tenere ben presente la missione: non fa differenza se si esplora quel pianeta per trovare una casa, un “eden” per la razza umana oppure razziarlo per nuove risorse. Il fine per il quale si è in quel momento è più importante di tutto. Mass Effect Andromeda è quindi un gioco sul dovere, molto epico e classico in questo senso, come un RPG della vecchia maniera.
Infine una menzione d’onore per il livello del dettaglio delle astronavi che farà felice chi ha sempre sognato di poter esplorare, sin nei minimi particolari, un vascello interstellare. Le astronavi di Mass Effect Andromeda non sono delle semplici scatole di latta come in No Man’s Sky o in altri titoli, ma delle reali e concrete case, con sezioni ben definite (dalla plancia di comando al centro di ricerca) e dove il proprio personaggio potrà scoprire via via nuovi ambenti, compagni di viaggio e segreti. Con l’aggiunta di radiazioni in serie, il potenziamento le proprie armi, un jet-pack sempre a portata di mano e la possibilità di salire a bordo a speciali mezzi di esplorazione dei mezzi (divertentissimi), Mass Effect Andromeda (nonostante qualche grave difetto) è un gran titolo, che dà soddisfazione e che riempie le proprie giornate di spazio e universo profondo. D’altronde non è da tutti avere la possibilità di dirci responsabili di una guerra intergalattica oppure fautori di una pace duratura tra pianeti no? E senza neppure chiamarsi Senatore Palpatine o Senatore Andreotti, per dire.