Society
di Raffaele Portofino 28 Marzo 2017

Cosa hai in testa quando blocchi un’ambulanza a sirene spiegate perché andava contromano?

È arrivata l’ora di smetterla di fare gli sceriffi per il like

 huffington post

 

Nel leggere questa notizia su La Repubblica, oggi c’è da perdere definitivamente la fiducia nel genere umano. In breve, due persone comuni hanno bloccato con l’auto un’ambulanza che stava andando contromano per evitare una coda, hanno filmato la loro azione per pubblicarla su Facebook al grido di vergogna, anche le ambulanze devono rispettare la legge.

Nel frattempo, il mezzo della croce Rossa ha perso oltre venti minuti e a bordo aveva un paziente grave, che è stato poi operato e salvato in extremis. Il fatto è successo il 20 marzo a Beinasco, vicino Torino.

I due “paladini della giustizia” sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio e nonostante abbiano chiesto scusa in tutte le lingue del mondo andranno a giusto processo. Una vicenda grottesca in cui stava per rimetterci la vita una persona a causa del gesto di Claudio, tassista, e Paolo, l’altro automobilista coinvolto. Alla base del folle gesto, pare ci sia l’esibizionismo.

I due infatti hanno postato il video su una pagina Facebook chiamata Torino Sostenibile. Sembra che si siano anche sostituiti alle Forze dell’Ordine e abbiano chiesto le generalità all’autista dell’ambulanza.

 

Alcune ambulanze a Torino crocebiancatorino - Alcune ambulanze a Torino

 

Un’arroganza sfociata in reato, che è quello per cui risponderanno in tribunale. Una riflessione in questo caso è doverosa: cosa salta in testa a due cittadini comuni per permettersi di fermare un’ambulanza a sirene spiegate? Sul serio la fama su Facebook vale più di una vita umana?

Oggi dallo stesso gruppo in cui i due avevano postato la loro bravata, sale l’indignazione per il gesto e c’è uno scarica barile tra chi avrebbe approvato il contenuto e oggi chi lo trova disdicevole, alla luce della figuraccia mediatica. Qualcuno scrive che non è più il caso improvvisarsi sceriffi per il like, mentre altri sono convinti che su Facebook si debba pubblicare tutto, senza moderare i contenuti.

Si capisce che l’area politica degli attivisti non è certo moderata e le loro azioni non sono state lucide, ma spalleggiate dal branco mediatico. Il problema, semmai, è quando i leoni da tastiera scendono in strada e devono vedersela col mondo vero, che ha delle regole scritte e altre di buonsenso, quello che è mancato del tutto ai due.

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