Recentemente ho scoperto di essere affetta dal disordine affettivo stagionale, giuro, è riconosciuto dal rinomato Manuale di diagnostica e statistica delle malattie psichiatriche, non me lo sto inventando. Con il proverbiale cambio di stagione arrivano puntualmente sbalzi di peso, apatia, asocialità, ansia e, grande ospite della serata, insonnia.
Se i primi sintomi fanno ormai parte di un abituale schema di lunatismo, la mancanza di sonno è ciò che ha allertato la parte più razionale di me. Questo perché solitamente sono la campionessa del sonno, la paladina della pennichella, se fossi un supereroe sarei sleepywoman.
Con la SAD (Seasonal Affective Disorder) puoi dire addio a tutte le tue certezze e ritrovarti, almeno 2/3 volte l’anno, in uno stato emotivo talmente confusionale da mettere in dubbio la stabilità stessa della tua salute mentale. L’arrivo della primavera mi ha sempre messo alla prova, ma quest’anno l’incapacità a prendere sonno ha inferto più colpi bassi del previsto, obbligandomi a provare ogni rimedio popolarmente riconosciuto contro l’insonnia. I miei vani tentativi si sono mossi nell’arco della legalità, quindi niente droga, e sono voluti rimanere nel territorio delle possibilità accessibili senza ricetta medica. Ho voluto fare tutto da sola, insomma, e i risultati non sono stati dei più soddisfacenti. Oh, Xanax, quanto ti ho desiderato.
Guidata dai consigli degli amici, ho dato precedenza alle attività più quotidiane che promettono di conciliare il sonno.
Alcol
Primo su tutti ho provato l’alcol. Una buona dose di vino rosso vuoi che non ti metta ko? Esatto, proprio per nulla. Risultato: un gigantesco mal di testa la mattina dopo, stessa difficoltà a prendere sonno e incubi avvinazzati nel frattempo. Totale no.
Lettura
In molti mi hanno detto di provare a leggere prima di andare a letto. Questo è un problema personale, perché non è mai esistito che leggendo un libro che amo mi venisse sonno. Risultato: ho fatto le 5 del mattino seguendo le avventure del Club dei Perdenti di It.
Respirazione
Abolendo di base l’idea della camomilla, sono passata alla tecnica del “4-7-8”, un metodo di controllo ritmico del respiro che prevede 4 secondi di inspirazione, 7 secondi di respiro trattenuto e 8 secondi di espirazione. Il problema è che l’esercizio andrebbe eseguito tipo quattro volte al giorno, tra una scadenza di lavoro, il pranzo di corsa e le serie tv da vedere. Assurdo. Risultato: ho provato a ripetere la sequenza per svariate volte a letto e ho rischiato un embolo. Problema mio, sono mezza asmatica.
Meditazione autonoma
Confidando nel potere della mente, ho tentato la via della meditazione. Al primo tentativo ho voluto mettermi alla prova, creando per me stessa le immagini mentali che mi avrebbero trasportato verso un sonno assassino. Sfortunatamente la mia limitata capacità immaginativa mi ha portata verso un abbozzo di trip, ma di quelli fatti male, come quando vuoi convincerti di essere ubriaca con un solo Long Island per stare al passo col gruppo. Risultato: niente sonno e un’imbrazzante serie di tentativi pseudo spirituali. Avvilente.
Meditazione guidata
Non volendo rinunciare al mio lato trascendentale, ho provato lo step successivo: farmi accompagnare nella meditazione da qualcuno più competente. Avevo appena finito di vedere Iron Fist, quindi le robe simil orientali sulla concentrazione assoluta mi attraevano assai, ma mi sono scontrata contro l’incapacità di stare dietro ai ritmi di rilassamento richiesti. Su YouTube si trovano migliaia di buoni samaritani pronti a farti sprofondare nel sonno assoluto, ma, nonostante i loro pregevoli tentativi, mi sono trovata ancora una volta distratta, incapace di focalizzarmi sul mio bisogno di riposo. Risultato: ho analizzato decine di accenti e toni di voce diversi, trovando in ognuno di essi qualcosa di fastidioso che mi allontanava immediatamente dall’idea di dormire.
ASMR
Una tecnica di rilassamento simile alla meditazione guidata è l’ASMR, Autonomous Sensory Meridian Response. La sua applicazione YouTube più diffusa per la cura dell’insonnia consiste in circa mezz’ora di suoni innoqui o voci bisbigliate, che dovrebbero aiutuarti a raggiungere uno stato di totale rilassamento e, quindi, di sonno. In questa tecnica riponevo le mie più alte aspettative, ma nella pratica ho sperimentato l’ennesimo fallimento. Il suono di campanelli, rintocchi, lavatrice o plastica su plastica non hanno sortito l’effetto sperato, facendomi solo nascere ulteriori domande sui materiali utilizzati di volta in volta. Buco nell’acqua assoluto per quanto riguarda i sussurri, ma questa è certamente una reazione soggettiva. Sentire qualcuno che mi bisbiglia nelle orecchie nel buio mi ha creato un’ansia inverosimile. Risultato: mi sono guardata attorno per circa 20 minuti aspettandomi di vedere uno psicopatico a bordo letto che mi suggeriva di eliminare tutte le mie preoccupazioni espirando.
Suoni della natura
Messi da parte gli youtuber che sussurrano agli insonni, ho tentato di cullarmi nell’oblio tramite i dolci suoni della natura. Ecco, se c’è qualcosa che mi infonde orrore sopra ogni altra cosa è proprio la natura, quindi a ben vedere non è stata una scelta saggia. Ho provato fagiani in amore, balene, suoni del bosco, focolare sfriggolante e onde del mare, responsabili dell’inequivocabile stimolo a fare la pipì dopo circa 10 minuti. Risultato: uccellini, delfini e scoiattoli non mi fanno venir voglia di dormire, ma in compenso posso andare al bagno a notte fonda come un ottantenne con problemi di prostata grazie al rumore delle cascate.
Musica
Quando la concentrazione fallisce c’è sempre la musica a salvarti la vita. Non è vero. Ho tentato di ascoltare la musica che ascolto solitamente e ha solo sovrastimolato un cervello già iperattivo, quindi no. Ho quindi provato musica più sofisticata, tipo Mozart, oppure i canti dei monaci tibetani. Risultato: i monaci sono troppo rumorosi, con le loro campane e il loro cori monofonici, mentre Mozart è troppo figo, ho finito per seguire tutto il Requiem canticchiando anche le parti dei contralti.
Melatonina + valeriana
Siamo alla frutta, nessuna tecnica psicologica, respiratoria o spirituale ha funzionato. Mi lancio nelle braccia della scienza. Siccome abbiamo detto no alle droghe e no ai medicinali su ricetta, mi rivolgo ai rimedi naturali. Mi dicono che la melatonina e la valeriana servono proprio a regolare il ciclo del sonno, andando a stimolare una sostanza già presente nel nostro corpo. 100% naturale. Acquisto le mie buone confezioni di compresse, ne prendo una di melatonina e una di valeriana subito prima di andare a letto, sorvolando sul fatto che quest’ultima puzza di piedi in modo imbarazzante. Risultato: neanche la gioia dell’effetto placebo. Due ore buone per addormentarmi e sonno interrotto a singhiozzo nel bel mezzo della notte. Ho comunque continuato a prendere entrambi per diversi giorni, con il medesimo epilogo. La prossima volta provo con qualche flessione e una testata nel muro.